Giovedì 25 Aprile 2024

L'eredità del West

Cesare De Carlo

RABBIA e frustrazione. Frustazione soprattutto. Quando Obama dice di non volersi rassegnare alla routine delle stragi, ripete un vecchio ritornello. L’hanno già detto altri presidenti democratici, Jimmy Carter e Bill Clinton per esempio. Senza risultato. Il diritto di portare armi è sancito dal secondo emendamento costituzionale adottato nel 1791 e ribadito dal 14esimo emendamento del 1868. Nel 2008 e nel 2010 inoltre la Corte Suprema respinse due impugnazioni. Anche l’invocazione del Papa va vista come un atto dovuto.

Il Congresso infatti non l’ha applaudito. Né era ragionevole aspettarselo. Quei deputati, quei senatori sono l’espressione del loro elettorato. E gli americani a stragrande maggioranza non hanno alcuna intenzione di riformare la Costituzione bicentenaria. Le anime belle qui da noi denunciano la Nra, National Rifle Association. Sarebbe la potente «lobby delle armi» a impedire a Obama di far passare in Congresso una qualsiasi legge restrittiva. Balle. La Nra è certo molto generosa nei contributi elettorali. Ma sostenere che i parlamentari ne siano condizionati e ricattati vuol dire non conoscere la mentalità americana. Il condizionamento è un altro. È quello dei loro collegi. Non verrebbero mai eletti se affermassero di voler abrogare quel diritto. Persino Bernie Sanders, il più a sinistra dei candidati democratici alla Casa Bianca, sostiene il diritto alla difesa personale. Con le armi.

PERCHÉ? Perché l’America è nata con la pistola in mano. Perché la sua cultura è ancora quella della frontiera, quando i pionieri lottavano contro gli assalti degli indiani e dei banditi in un’epoca in cui «non c’era legge a ovest di Dodge City e non c’era Dio a ovest del fiume Pecos» (rancher Chisum interpretato da John Wayne). Così continuano a pensarla i loro discendenti. E ora anche gli ispanici che ne assimilano i costumi. Tutti ovviamente condividiamo l’emozione di Obama. Ma il suo sfogo ha i contorni di un ennesimo wishful thinking, di un pio desiderio. Come in politica. Ricordate? Sei anni e passa fa disse all’Onu di lavorare per la pace mondiale e l’abolizione delle armi nucleari. Andrà in pensione fra un anno con un mondo meno pacifico e più nucleare di prima (Corea del Nord, Iran).