Giovedì 18 Aprile 2024

L'arte del piacione

BASTEREBBE imbattersi in Wikipedia alla voce Alfio Marchini per non stupirsi di un eventuale ‘ Alfio sei mio fan club! ’. Alfio Marchini (Roma, 1° aprile 1965) è un imprenditore, giocatore di polo, politico italiano. Imprenditore vuol dire palazzi e opere, tantissime, da più generazioni innalzati nella capitale prima che diventasse Roma Capitale, leggi Botteghe Oscure. Giocatore di polo. Immaginatelo in bilico su un purosangue con cup e mazza.

È un politico che però si è solo sporto alla finestra. Alfio, che già a un chilometro dai Parioli ti diventa Arfio, è ricco che il suo cognome sta a Roma come ci stanno Salini, Mezzaroma, Caltagirone. Spiccioli in più, spiccioli in meno. Fotogenico di shampoo quotidiano, che negli studi televisivi bacia anche la mano. Abbronzato sempre troppo, senza essere cheap. Di nonno comunista senza averne traccia. Interrogato, e ruffianamente, da due settimanali nazionali di prima rilevanza, una cosa di lui si è capita: non deve dispiacere a molti. O, comunque, vuole piacere a tutti. Sdoganato l’essere ricco in politica fin dai tempi del Cavaliere, tutto sta a correggere il tiro. E non farne più una questione, come lui stesso ha dichiarato, di cupola, ma di élite che prende a cuore la collettività. Che non si sogna di rottamare nessuno, ma che anzi della memoria fa un punto di forza.

SI CANDIDÒ sindaco, ebbe un suo riscontro da banco di prova. E ora che escluso Marino si è in altissimo mare, Alfio ricircola senza considerarsi panchina. Ma piuttosto con la fresca maturità del cinquantenne che dalla vita ha avuto molto, che da giovane ha fatto tante cose, anche il consigliere d’amministrazione Rai, e che a ragionare di Atac e Giubileo – che sta per Vaticano ma anche traffico, immondizia, sicurezza – lo farebbe sentire più romano di quanto non lo sia già . Perché Arfio è romano vero. E quell’aria gigionesca di cui si ammanta al Circolo, come al ristorante, come in mare con i suoi figli, allure liceo Massimo alla Giovannino Malagò (con un ego però meno ipertrofico), gliela perdonerebbero i romani dopo il marziano flaianeo. Che forse solo ieri, inforcando la bici, si è reso conto di dove si trovasse.