L'altra schiavitù

di Viviana Ponchia

L’IDEA sembra rassicurante ma non è nuova: affittiamo un appartamentino in quattro, assicuriamo lenzuola pulite e incensi, reclamizziamo su internet e poi ci affidiamo al passaparola. Lo fanno i medici negli studi associati, gli avvocati e gli architetti. Perché non le prostitute? Forse per non turbare i ginecologi, i penalisti e gli urbanisti: dopo tanti anni di studio col cavolo che arrivano a incassare 9mila euro al mese esentasse e senza nemmeno il fastidio di pagare una segretaria. Prostitute poi. Socie di una cooperativa che esercitano un’attività commerciale. Libere signore in un libero mercato con mariti e fidanzati ignari e figli che un giorno forse nemmeno si domanderanno come ha fatto la mamma a diventare così ricca facendo la barista o la badante. Alle quattro casalinghe romagnole è andata talmente bene da farla sembrare una cosa semplice. Un bollente anonimato, la convinzione di essere assistenti sociali un po’ particolari, il conto in banca che cresce assieme all’autostima. Ma non deve essere facile per niente, altrimenti non ci sarebbero più in giro bariste e badanti e il mondo sarebbe  un gigantesco bordello.

ESERCITARE il mestiere in una casa confortevole, senza rischiare la vita con il pazzo raccattato all’angolo e senza farsi massacrare da un protettore, non sono motivi sufficienti per battere la crisi battendo, perché la parola è poi sempre quella. La libertà di vendersi è comunque una forma di schiavitù, lo slancio imprenditoriale di questo tipo resta un modo di declinare la disperazione che va oltre la miseria. Dicono che nessuno vede, nessuno sa. Non è vero. Siamo tutti impregnati delle nostre azioni e prima ancora delle nostre scelte, ce le portiamo addosso come la nuvola discreta del borotalco o il dopo barba che appesta gli ascensori. C’è chi può vivere solo dentro la propria pelle e chi risolve con una doccia. E va bene così. Queste quattro signore fanno sorridere quando dicono che i loro clienti apprezzano soprattutto il fatto di non andare con una professionista ma con una donna normale. Chi cerca di capire la differenza  ha qualche problema.

di Viviana Ponchia