Martedì 23 Aprile 2024

Monsignor Charamsa: "Sono uscito dall'armadio e sono felice"

Dopo la 'bomba' del coming out, monsignor Krysztof Charamsa alza il tiro, parla del Sant'Uffizio come del 'cuore dell'omofobia', conferma che ci sono 'tantissimi sacerdoti omosessuali', definisce 'fantastico' papa Francesco e confida di volergli ghiedere di non escludere gli omosessuali

 Krysztof Olaf Charamsa col suo compagno Eduard (Afp)

Krysztof Olaf Charamsa col suo compagno Eduard (Afp)

Roma, 3 ottobre 2015 - Certo doveva aspettarselo, che la sua intervista-coming out avrebbe provocato non pochi sconquassi nella Chiesa alla vigilia del Sinodo (scheda). E lui, monsignor Krysztof Charamsa, mostra di esserne perfettamente consapevole. Anzi, dopo aver sganciato la 'bomba' rilancia descrivendo addirittura l'ex Sant'Uffizio come il 'cuore dell'omofobia'.

Esordisce con una battuta - "Cercherò lavoro" - rispondendo ai giornalisti che gli chiedono un commento sulle parole di padre Federico Lombardi, secondo il quale verrà sospeso dai suoi incarichi. E poi rivela: "è pronto per la stampa, in italiano e in polacco, un libro in cui metto la mia esperienza a nudo".  Poi la dedica - del libro e dell'intervista, si direbbe - : "Dedico il mio coming out ai tantissimi sacerdoti omosessuali che non hanno la forza di uscire dall'armadio", dice, e alla domanda su quanti siano i gay in Vaticano risponde: "In ogni società di soli uomini ci sono più gay che nel mondo come tale".

Quanto alla figura di papa Francesco - che pochi giorni fa ha abbracciato una coppia di omosessuali - Charamsa non ha dubbi: è "fantastico perché ci ha fatto riscoprire la bellezza del dialogo, non dialogavamo. Ora il sinodo sulla famiglia sia davvero di tutte le famiglie e nessuna sia esclusa".

Krysztof Charamsa chiede quindi al Papa anche di modificare il catechismo e afferma che, sulla sua uscita allo scoperto, informerà personalmente il pontefice: "Devo ancora consegnargli la lettera". E continua, a favor di telecamera: "Devo parlare di ciò che ho subito al S.Uffizio, che è il cuore dell'omofobia della Chiesa cattolica, un'omofobia esasperata e paranoica", sottolinea. 

E ancora:  "Sono uscito fuori dall'armadio e sono felice. Ho deciso di fare coming out, che mi ha riportato alla vera felicità del mio sacerdozio, che mi ha riportato senza chiaroscuri alla coerenza di ciò che sono nella mia natura e di ciò che sono per grazia di Dio", specifica monsignor Krzysztof Charamsa. "Voglio dirlo prima di tutto alla mia Chiesa, alla mia comunità - ha aggiuto - cui devo molto e che amo profondamente, perché per questa Chiesa ho dato la mia vita. Ma voglio dirlo anche agli uomini e alle donne di questo tempo, specialmente a tutta la fantastica comunità omosessuale, lesbica, transessuale, bisessuale, intersessuale, a tutta la fantastica gente che chiede di vivere la vita nell'amore, nella ricerca del rispetto vicendevole, e chiede di essere rispettato nei propri diritti, nel proprio desiderio di amore, indipendente dalle scelte politiche, dalle fedi religiose, dal colore della pelle. Noi tutti, eterosessuali, omosessuali, tutte le minoranze siamo uomini e donne con la medesima dignità, creati a immagine di Dio".