Venerdì 19 Aprile 2024

"Kim Jong-un fin da piccolo era facilmente irritabile", parola di zia, fuggita a New York

Ko Yong-suk e marito si occupavano del leader quando studiava in Svizzera. Poi disertarono e la Cia gli fornì una nuova identità

Kim Jong-un, leader del Nordcorea (Afp)

Kim Jong-un, leader del Nordcorea (Afp)

New York, 30 maggio 2016  - Ha da anni una lavanderia a secco a New York, ma solo negli ultimi giorni ha deciso di raccontare la sua storia, e quella della sua famiglia. Stiamo parlando della zia del leader nordcoreano Kim Jong-un vive in forma anonima nella Grante Mela. 

La donna, che ha disertato nel 1998 dal regime nonostante fosse parte integrante della famiglia al potere, ha parlato col Washington Post. Si chiama Ko Yong-suk e vive insieme a suo marito Ri Gang e tre figli sotto falso nome. Lei è  la sorella di Ko Yong Hui, una delle mogli del defunto leader nordcoreano, Kim Jong-Il e madre di Kim Jong-un. 

Erano loro che si sono occupati dei rampolli della dinastia, tra cui Kim Jong-Un, durante i loro studi in Svizzera. "Non creava problemi, ma si irritava facilmente ed era privo di tolleranza", ha raccontato Ko parlando dell'attuale dittatore coreano.

"Quando la madre provava a rimproverarlo perché giocava troppo e non studiava abbastanza, lui non rispondeva ma protestava in altro modo, tipo lo sciopero della fame". 

La signora Ko ha anche chiarito che è nato nel 1984, e non '82 o '83 come si era pensato fino ad ora. Quindi Kim Jong-un è salito al potere ad appena 27 anni, succedendo al padre Kim Jong-Il nel 2011. 

La donna ha spiegato che un suo figlio aveva la stessa etò di Kim e i due giocavano assieme: "Cambiavo i pannolini a entrambi". 

Ko ha anche raccontato della passione di Kim per il basket, quasi ossesiva quando dormiva con un pallone. Noto ancora oggi il suo interesse per la Nba, spessoha ospitato a Pyongyang, la star dei Chicago Bulls, Dennis Rodman. 

Presto scorpì che sarebbe stato destinato alla successione del padre, nel 1992 il primo e chiaro segnale proprio nel suo ottavo compleanno. Il piccolo Kim ricevette in regalo un'uniforme da generale e i vertici militari nordcoreani, queli veri, si inchinarono dinanzi a lui. 

La donna non ha spiegato a WP perché sia scappata, presentandosi all'ambasciata americana a Berna. Ai tempi Ko aveva un cancro al seno e probabilmente, ipotizza il quiotidiano, temeva che avrebbe perso i suoi privilegi quando i ragazzi in Svizzera fossero cresciuti. 

Arrivati in Usa la coppia fu interrogata per mesi, poi fu ricollocata in Usa sotto falso nome per proteggere i due disertori. 

Lì hanno cominciato una nuova vita, con nomi diversi e hanno creato una società con i soldi della Cia. "I miei amici qui mi dicono che sono così fortunata, che ho tutto", ha ammesso. I tre figli sono andati a scuola, poi al college, e infine hanno trovato un lavoro, un sogno americano proibito in patria. 

La collabora ancora con la Cia, ma il marito di Ko, Ri ci tiene a ribadire di non aver rivelato alcun segreto: "La Cia pensava che conoscessimo qualche segreto, ma noi non sapevamo nulla. Ci occupavamo solo dei ragazzini e li aiutavamo a studiare". La paura per quel regime c'è anche in America, li spinge ancora a valutare bene cosa dire e quando parlano del dittatore ne parlano sempre come "il maresciallo Kim Jong-un". 

In Corea del Nord invece il leader nordcoreano, continua a coltivare la sua passione per il basket e di recente ha, come si dice, preso due piccioni con una fava. Kim Jong-un, ha assistito al match tra la squadra della Corea del Nord, Sobaeksu, e la selezione olimpica maschile della Cina. La squadra di Pyongyang ha sconfitto Pechino per 82 a 73. Era dal luglio del 2013, quando Kim visitò il cimitero dei soldati cinesi sepolti in Corea del Nord che combatterono nella guerra di Corea (1950-1953), che il leader non presenziava un evento con la Cina. 

Infatti le relazioni bilaterali tra i due Paesi sono peggiorate dopo i test nucleari e il lancio di missili balistici da parte di Pyongyang. Per gli analisti di Seul, questo gesto potrebbe essere un primo segno da parte di entrambi i paesi per risolvere le differenze, con la speranza che Pyongyang possa abbandonare il suo programma nucleare.