Jobs act, Poletti alle parti sociali: "Il Governo discute ma non tratta"

Quanto ai tempi previsti dalla delega del lavoro, "sono brevi, sei mesi al massimo, entro i quali i decreti devono essere completati", dice il ministro Poeltti

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (Ansa)

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (Ansa)

ROMA, 19 dicembre 2014 - L'atteso incontro tra il governo e le parti sociali sui decreti attuativi del Jobs act è iniziato con il ministro Poletti che mette le cose in chiaro: si ascoltano le parti ma non facciamo trattative.

IL TAVOLO - Oltre al ministro del Lavoro, sono presenti il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, Stefano Dolcetta e Marcella Panucci per Confindustria, il segretario della Cgil Susanna Camusso, il segretario della Uil Carmelo Barbagallo, il segretario dell'Ugl Paolo Capone; per la Cisl, il segretario confederale Gigi Petteni.

POLETTI - Il Governo discute ma non tratta, ha detto Poletti: "Obiettivo del confronto è illustrare le posizioni del Governo - ha affermato secondo fonti presenti alla riunione - discutere con le parti sociali, raccogliere le istanze e le sollecitazioni, ma sapendo che non ci sarà nessuna trattativa. Il Governo prenderà poi le sue decisioni nel rispetto della delega approvata dal Parlamento".

I tempi previsti dalla delega del lavoro, continua il ministro, "sono brevi, sei mesi al massimo, entro i quali i decreti devono essere completati". E ancora: "Il Governo ha mantenuto l'impegno di confrontarsi e discutere sui decreti di attuazione del Jobs act - ha detto - pur nella consapevolezza di una diversità di valutazioni, soprattutto con i sindacati che hanno scioperato". 

I PUNTI DEL GOVERNO - I punti maturi su cui il governo sta lavorando sono il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e la riforma dell'Aspi. Il ministro avrebbe sottolineato che la volontà è di spostare il numero più alto di tipologie contrattuali nel nuovo contratto a tutele crescenti che si applicherà ai nuovi assunti nelle aziende sopra i 15 dipendenti; ma si potrà utilizzare anche nelle imprese con meno di 15 dipendenti senza modificare gli indennizzi esistenti.

Per i licenziamenti disciplinari "ci sono diverse ipotesi", dice Poletti:  "Si sta discutendo a partire dall'insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore". Per i licenziamenti illegittimi ci sarà "un indennizzo crescente in ragione dell'anzianità di servizio", ma "non c'è ancora una scelta sull'entità dell'indennizzo". "E' prevista anche una conciliazione espressa con una nuova indennità e una tassazione più favorevole". Il governo intende unificare Aspi e mini Aspi, "ampliando la platea di beneficiari ma evitando criteri opportunistici per non danneggiare nessuno", emerge dal tavolo sul Jobs Act. "C'è la volontà - ha detto il ministro - di estendere l'Aspi anche ai collaboratori". 

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