Jobs Act, Poletti: "Nessun buco dagli incentivi alle assunzioni"

Il ministro: "Il provvedimento sta funzionando"

Il ministro Giuliano Poletti (Ansa)

Il ministro Giuliano Poletti (Ansa)

Roma, 3 settembre 2015 - Gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato previste dal Jobs Act non stanno aprendo nessun buco nei conti pubblici. Lo assicura il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervistato a Sky Economia.  "Direi di no - ha detto - abbiamo fatto una valutazione in legge di stabilità. In questo momento non si può dire che le cose andranno in questa direzione".  "Sicuramente il provvedimento sta funzionando - ha aggiunto  Poletti - e ha portato un gran numero di contratti stabili e questo va letto come un dato positivo".

Punto nevraglico del Jobs Act sono le tutele crescenti, al centro della polemica anche perché, per il momento, valgono solo per il privato, Ma in futuro, garantisce Poletti, "dovrebbe esserci un impianto unico" tra privato e pubblico. I due settori dovrebbero essere quindi omogeneizzati. Domani arriveranno in Cdm gli ultimi quattro decreti attuativi della riforma, che Q.net è in grado di anticipare in esclusiva (Jobs Act, controlli a distanza e ammortizzatori: le bozze dei decreti). Poletti annuncia "qualche ritocco" sui controlli a distanza, contenuto in uno dei testi. "E' probabile che ci sia", nell'ambito di "scelte collegiali". È "un tema sensibile che - ha sottolineato - deve rispondere essenzialmente a due vincoli: avere una norma chiara e rispettare le norme sulla privacy. Dentro questi due paletti troveremo un equilibrio, manca poco", aggiunge.

Quando gli si chiede se fosse vero che Renzi era furibondo sul caso dei dati sbagliati dal ministeri, Poletti risponde: "E' vero che io ero furibondo: un errore così non si può fare", "ma quando c'è un errore con onestà va ammesso e rettificato". Riguardo alle voci che circolano su una presunta patrimoniale nella prossima legge di stabilità per rastrellare risorse, Poletti è categorico: "Non ne ho mai sentito parlare", taglia corto il ministro.