Venerdì 19 Aprile 2024

Vent'anni senza Jobim, Ipanema lo celebra con una statua

Il musicista brasiliano ha inventato la bossa nova e un nuovo modo di vivere l'arte

La statua di Antonio Carlos Jobim a Ipanema (Ansa)

La statua di Antonio Carlos Jobim a Ipanema (Ansa)

Roma, 9 dicembre 2014 - “Guarda che cosa bella e piena di grazia è quella ragazza che passa con le sue dolci movenze sul cammino per il mare...”. Sono le prime parole di 'Garota de Ipanem', la canzone simbolo non solo di Tom Jobim, ma della bossa nova, della bohémia carioca degli anni Cinquanta, di un modo di vedere la vita fatto di gioia, sorriso e fiori, e, soprattutto, un brano che è fra i primi tre più eseguiti di sempre (solo nel 1990 fu suonata tre milioni di volte!) e in ogni versione, da quella originale divenuta standard delle serate chitarra e pianoforte alle versioni jazz e pop che hanno riempito il songbook dei più grandi artisti della seconda metà del Novecento e di oggi. Tom Jobim, vale a dire Antonio Carlos Brasileiro de Almeida Jobim, moriva 20 anni fa, l'8 dicembre 1994, a New York, dove era ricoverato per un difficile intervento a cuore aperto; i sanitari del Mount Sinai scoprirono anche un tumore e non poterono fare nulla per salvare il musicista, compositore, cantante nato a Rio de Janeiro 67 anni prima.

Nel ventennale della morte, la sua terra lo ha celebrato con una statua sulla spiaggia di Ipanema, il quartiere dove viveva. Ma era già stato fatto tanto, visto che da anni l'aeroporto internazionale della città, il Galeao, si chiama Antonio Carlos Jobim. Forse perché una delle canzoni più belle di Tom, 'Samba do aviao', samba dell'aereo, è proprio dedicata a ciò che si vede dall'alto atterrando a Rio: Jobim tornava dall'esilio e ha voluto rendere immortali le sue emozioni. Proprio pentagramma e testo di 'Samba do aviao' sono fissati su una lastra a fianco della statua - Tom che cammina con la chitarra sulla spalla -, che fin dal primo giorno è stata visitata e fotografata da migliaia di carioca e da altrettanti turisti, segno di una passione e di una saudade del grande artista che non si placa.

E Ipanema è essa stessa emblema non solo di una stagione che non torna, però bene impressa nei luoghi del quartiere, ma di una ispirazione fremente, densa, costruita sulla esperienza dei musicisti di night che sapevano bene la musica e avevano ascoltato non solo il samba degli avi, ma anche la musica di Debussy. La 'bossa', definizione nata per caso e apparsa per la prima volta sulla porta di un locale di Rio (“Stasera concerto di bossa”, perché il portiere non sapeva che cosa metterci), è stata una rivoluzione, gentile e patinata, ma una rivoluzione fortissima non solo musicale, bensì di costume. Proprio 'Garota de Ipanema', ad esempio, propone questo canone estetico che nasce proprio da una visione della vita assolutamente felice: Tom, Vinicius de Moraes – scrittore, diplomatico, viveur - e altri amici stavano seduti sulla veranda del bar Veloso in rua Montenegro e ogni giorno vedevano passare una adolescente che andava verso la spiaggia e talvolta entrava nel bar a comprare le sigarette per la madre. L'ammirazione per Heloisa Pinheiro, così si chiamava la giovane. fu così forte che si misero a scrivere la canzone fra una birra e l'altra. Nacque il mito di 'Garota de Ipanema', eseguita la prima volta una sera di agosto del 1962 al Bon Gourmet, uno dei locali alla moda del Beco das Garrafas a Copacabana. Il bar dove nacque l'ispirazione ora si chiama 'Garota de Ipanema' e la strada rua Vinicius de Moraes; giunti, dopo cento metri, sul litorale, poco distante si troverà la statua. L'opera in bronzo è di Christina Motta, la stessa scultrice che ha scolpito quella di Brigitte Bardot a Buzios, la famosa spiaggia degli artisti non distante da Rio conosciuta proprio come la “orla de Brigitte”. A Ipanema, ancora, c'è rua Nascimento Silva, una delle abitazioni di Jobim; c'è il sapore, intatto, di quel fascino che ha trasformato il paese del samba in un paese musicale al cento per cento.

Jobim era questo e altro, la sua grandezza a vent'anni dalla morte è inalterata, le sue canzoni le cantano tutti, le hanno cantate Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Dionne Warwick, Charles Trenet, Charles Aznavour, Sting e tantissimi altri; le hanno tradotte in tutti i paesi, da noi Ivano Fossati ha fra l'altro eseguito una versione di 'Aguas de março' splendente. E le hanno suonate i più grandi musicisti jazz, da Dizzy Gillespie a Stan Getz, da Herbie Hancock a Pat Metheny e mille ancora. Nella sua vita Jobim non si è risparmiato, soprattutto in alcol e donne; ma di sicuro ha regalato la gioia della musica a milioni e milioni di persone. Il volto della statua sorride, ogni suo fan fa altrettanto e tutti gli stonati sanno che, in fondo, anche il loro cuore batte forte.