Martedì 16 Aprile 2024

Crisi Grecia, Fmi: "Possibile impatto anche sull'Italia"

Il Fondo Monetario Internazionale prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015. L'Istituto di Washington loda le autorità italiane per le politiche coraggiose

Il premier Renzi e il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde (Ansa)

Il premier Renzi e il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde (Ansa)

Roma, 7 luglio 2015 - "Gli avversi sviluppi in Grecia potrebbero avere un sostanziale impatto sull'Italia tramite effetti sulla fiducia, anche se l'esposizione diretta è limitata, come limitati sono i rischi di contagio nel breve termine". Si legge nel rapporto sull'Italia completato dallo staff del Fondo monetario internazionale il 16 giugno scorso in seguito alle consultazioni condotte dal 5 al 18 maggio con le autorità italiane. 

L'economia italiana "sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione", ma "la ripresa è ancora fragile", sostiene il Fondo monetario internazionale pur lodando le autorità italiane per "le azioni politiche coraggiose che, insieme con le azioni a livello europeo (il piano di allentamento monetario della Banca centrale europea e la maggiore flessibilità data dal Patto di stabilità e crescita, ndr) hanno contribuito al rilancio dell'economia italiana e hanno migliorato la fiducia". Dal punto di vista numerico, il Fondo Monetario Internazionale prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell'1,2% nel 2016. La performance economica italiana è stata la più debole nell'area euro dalla crisi.

Promosso anche il Jobs Act. L'effetto combinato del Jobs Act e della ripresa economica, infatti, farà calare la disoccupazione che in Italia resta ancora tropo alta. Secondo il Fondo monetario internazionale, il tasso di senza lavoro scenderà al 12,5% quest'anno e al 12,2% il prossimo. Nel rapporto pubblicato al termine delle consultazioni ex articolo IV, i tecnici di Washington promuovono la riforma del mercato del lavoro introdotta dal Governo Renzi. "Se pienamente realizzato", si legge nel documento, "il Jobs Act creerà migliori incentivi ad assumere e formare i lavoratori. L'introduzione di un nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e l'estensione della copertura dei benefici per la disoccupazione sono un importante inizio". 

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