SCHEDA Mitragliatrici e armi anticarro per i peshmerga

I peshmerga curdi potranno contare su mitragliatrici e fucili mitragliatori che erano in uso alle nostre forze armate e che ora sono stati sostituiti con armi più moderne. Saranno inviati anche razzi anticarro e armi sequestrate nel 1994 durante le guerre nei Balcani

Roma, 20 agosto 2014 - Via libera del Parlamento all'invio di armi ai curdi. Si tratta di mitragliatrici, munizioni, fucili mitragliatori e razzi anticarro non più in uso dalle forze armate e confiscate nella guerra nei Balcani. Il pacchetto di armi che l'Italia invierà ai peshmerga impegnati ad arginare l'avanzata dell'Isis è già pronto, e buona parte del materiale è stato controllato dai tecnici della Difesa.

E' probabile che il primo carico possa giungere in Iraq entro la fine della settimana. Per evitare però che mitragliatrici e razzi finiscano nelle mani sbagliate, sono in corso in queste ore contatti tra i vertici delle rispettive forze armate, la diplomazia e l'intelligence. "Siamo pronti a un sollecito invio di materiale militare d'armamento destinato alla difesa personale e d'area per incrementare le capacità di autodifesa e protezione locale delle popolazioni", ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti sottolineando che si tratta di "armi leggere" che raggiungeranno l'Iraq con gli aerei o le navi.

In particolare, i peshmerga curdi potranno contare su mitragliatrici e fucili mitragliatori, con relative munizioni, che erano in uso alle nostre forze armate - vale a dire i vecchi Browning e gli Mg - e che ora sono stati sostituiti con armi più moderne. E potranno contare sui razzi anticarro e sulle armi sequestrate nel 1994 durante le guerre nei Balcani a una nave da trasporto partita dall'Ucraina e diretta a Spalato.

Alla Difesa si sta invece ancora valutando sia la possibilità di mandare in Iraq anche i 30mila kalashnikov e le diverse tonnellate di munizioni sequestrati sempre nel corso delle guerre lungo l'altra sponda dell'Adriatico sia quella di fornire ai curdi anche giubbotti antiproiettile, sistemi di comunicazione radio, visori notturni, puntatori laser e dispositivi anti-bomba. Quel che è certo, ha garantito il ministro al Parlamento, è che tutto il materiale "è funzionante ed efficiente, perché è stato sottoposto a trattamento di conservazione nel tempo e verificato in questi giorni". E che gli unici costi che l'Italia dovrà sostenere sono quelli relativi al trasporto"Le armi sono a costo zero e non verranno mandati uomini sul campo: il personale impiegato si limiterà al trasporto e alla consegna del materiale".