Medio Oriente: quasi 90 morti a Gaza. Natanyhau: "No tregue". Onu: "Serve un cessate il fuoco"

Ancora paura a Tel Aviv, il sistema di difesa antimissile israeliano ha intercettato altri due razzi lanciati da Gaza. La roccaforte di Hamas è stata bombardata nella notte. In tre giorni di rraidsulla Striscia: 81 morti, 575 feriti e 105 case distrutte. Molte vittime civili. Ieri l'ultimatum di Peres: "Stop razzi o vi invadiamo"

Tel Aviv, suonano le sirene e la gente abbandona l'auto e cerca riparo (Olycom)

Tel Aviv, suonano le sirene e la gente abbandona l'auto e cerca riparo (Olycom)

Tel Aviv, 10 luglio 2014 - Dopo tre giorni di offensiva israeliana su Gaza il numero dei morti palestinesi ha raggiunto i 88, di cui almeno 50 sarebbero civili, mentre Hamas continua a bersagliare lo Stato ebraico con i missili Qassam (un razzzo ogni dieci minuti, riferisce l'esercito israeliano). Diversi razzi sono stati intercettati da Iron Dome, il sistema antimissile israeliano, proprio sopra Tel Aviv. Anche Dimona, dove si trova il reattore nucleare israeliano, è finita nel mirino dei miliziani palestinesi. Una riunione del premier israeliano Benjamin Netanyahu con i membri della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset a Tel Aviv è stata bruscamente interrotta dal suono della sirena d'allarme che ha costretto tutti a correre nei rifugi anti-missili. ''Una tregua con Hamas non è in agenda'', ha detto il premier.
 
RAZZI E RAID - In città le sirene d'allarme sono risuonate diverse volte, perché i razzi Qassam hanno sorvolato a più riprese i cieli dell'area metropolitana. Iron Dome comunque funziona e finora, secondo dati israeliani, ha intercettato il 90 per cento dei razzi. I raid israeliani hanno colpito centinaia di bersagli: secondo l'esercito nella notte sono stati centrati 322 obiettivi (785 dall'inizio dell'offensiva): distrutti 217 lanciarazzi, rase al suolo le case di oltre 40 miliziani di Hamas. Tra le vittime un comandante del movimento islamico, che era uscito di prigione grazie a uno scambio frutto dell'accordo per il ritorno a casa di Gilad Shalit. Ucciso anche Iman Siam, il comandante dell'arsenale di razzi di Hamas che ha minacciato "un terremoto" a Tel Aviv come rappresaglia.
 
LE VITTIME NELLA STRISCIA - Solo nella notte, sono morti 22 palestinesi, 5 dei quali bambini. Una piccola di 5 anni è morta a Beit Lahia. Una bomba ha fatto strage in un caffè sul mare a Khan Yunis, dove i palestinesi stavano assistendo alla semifinale dei Mondiali tra Argentina e Olanda: sono morti in 8 e 15 rimasti feriti. Un'ora più tardi, i caccia con la stella di David hanno colpito in un'altra zona della città, causando la morte di 4 donne e altrettanti bambini.
 
L'EGITTO - Ormai è un bagno di sangue. Al punto che l'Egitto, che peraltro sta tentando una mediazione per arrivare a una tregua, ha aperto il valico di Rafah -che di solito è chiuso nel timore di infiltrazioni di terroristi di matrice islamica pronti a colpire nel Sinai - per far passare i feriti; e sono stati allertati tutti gli ospedali dell'area.
 
OFFENSIVA DI TERRA E ULTIMATUM - L'offensiva di terra comunque non è ancora partita: "Valutiamo ogni opzione, ma abbiamo una miriade di obiettivi da colpire dall'aria. Una decisione sui tempi dell'offensiva di terra arrivera' in due o tre giorni", ha riferito una fonte militare. "L'offensiva di terra potrebbe esserci molto presto. Ma se i razzi da Gaza si fermeranno stanotte, non ci sara' alcuna offensiva di terra", aveva detto ieri il presidente israeliano Shimon Peres. Poche ore prima il premier Benjamin Netanyahu aveva detto: "L'operazione sarà estesa e proseguirà fino a quando gli spari verso le nostre città non cesseranno del tutto e la calma ritornerà". Dichiarazione giunta al tremine di una consultazione con i responsabili militari a Beer Sheva, nel Neghev. "Il nostro esercito è forte; le nostre retrovie sono solide, il nostro popolo è unito. Questa coesione è la nostra risposta alle organizzazioni terroristiche che vogliono colpirci. Siamo tutti uniti nella missione di colpire le organizzazioni terroristiche e riportare la calma", aveva proseguito.

HAMAS: CI DIFENDEREMO  - "Sì, il nostro nemico è più forte di noi, ma siamo all'altezza del compito di affrontarlo, se Dio vuole. Non minacciamo né promettiamo. Il nostro diritto è di difendere le nostre vite". Così il leader di Hamas, Khaled Mashaal, in un messaggio trasmesso da al-Jazeera. Mashaal, che vive in esilio in Egitto, ha invitato tutti i palestinesi a resistere a Israele e ha chiesto alla comunità internazionale di fare pressioni sullo Stato ebraico. 

APPELLO DELL'ONU - Il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon condanna il lancio di razzi da Gaza, ma denuncia anche come "l'eccessivo uso della forza da parte di Isarele sia intollerabile". Intervenendo a una riunione del Consiglio di sicurezza Ban si è detto preoccupato per la situazione. "E' più urgente che mai cercare di trovare un terreno comune per un ritorno alla calma e per un accordo di cessate il fuoco", ha detto.

CASA BIANCA - Intanto il presidente americano, Barack Obama, ha telefonato al premier israeliano, Benjamin Natanyhau, condannando i lanci di razzi su Israele ed esprimendo preoccupazione per il rischio di un'ulteriore escalation della situazione.

VATICANO, CARITAS GERUSALEMME: PER SICUREZZA NON SI UCCIDONO I BAMBINI - Di fronte al crescente numero di vittime - già più di settanta in tre giorni di offensiva israeliana - e di feriti, e mentre si prefigura la possibilità di un intervento israeliano via terra, Caritas Jerusalem lancia l'allarme sull'emergenza umanitaria che incombe sulla popolazione di Gaza. In un comunicato giunto all'agenzia vaticana Fides, Caritas condanna "la violenza e le stragi di innocenti, specialmente quelle contro donne e bambini". "La popolazione di Gaza - sottolinea - vive già in una situazione drammatica per l'embargo a cui è sottoposta da 12 anni e ha sofferto tre conflitti in otto anni". Nel testo diffuso da Caritas Jerusalem si riafferma "il diritto di Israele a vivere in pace e degli israeliani a vivere in sicurezza", uscendo da una condizione sempre segnata dalla paura, ma si afferma che tale diritto non potrà mai essere garantito "dalla guerra e dall'aggressione contro persone innocenti", come i tanti bambini rimasti uccisi.