Giovedì 18 Aprile 2024

Palmira, l'Isis nel museo, le meraviglie a rischio

Dagli stupendi rilievi funerari agli stucchi e ai vetri, il patrimonio che l'umanità rischia di perdere

I reperti di Palmira

I reperti di Palmira

Roma, 23 maggio 2015 - L'Isis ha fatto irruzione nel museo archeologico di Palmira, uno dei più ricchi e straordinari dell'Occidente, minacciando di riservare agli inestimabili reperti della città della leggendaria regina Zenobia, la stessa sorte già toccata alle vestigia di Mosul, Hatra, Nimrud. 

Il museo dispone di 12 sale, che racchiudono un tesoro immenso e fragilissimo che ora rischia di andare perso. Fondato nel 1961 all'entrata della città moderna, raccoglie numerosi reperti ritrovati nel sito archeologico che testimoniano l'alto livello di raffinatezza raggiunto dall'arte palmirea. Nel giardino, ad esempio, il visitatore viene accolto dalla bellissima statua di leone trovata vicino al tempio di Atena Allath e da tanti altri reperti. Proseguendo, si raggiunge l'atrio, dov'è custodita la ricostruzione della grotta dell'età della pietra scoperta a 22 chilometri a nord della città.

Nei due piani della costruzione oltre a statue, sarcofaghi, monete, tessere in terracotta per l'ingresso a templi, stucchi e vetri stupendi, ci sono i famosissimi rilievi funerari con il ritratto del defunto che chiudevano i loculi delle tombe collettive dei clan locali.

Fortunatamente molte delle statue trasportabili (ma non tutte), dei gioielli e dei manufatti sono stati portati via e nascosti dalla locale direzione delle antichità in luoghi distanti e sicuri. Ma non si hanno né numeri né particolari e soprattutto nessun luogo sembra ormai sicuro nella zona