Martedì 23 Aprile 2024

"L'Isis invaderà l'Europa". Allarme Fbi: diaspora del terrore

I miliziani in fuga dalla Siria possono innescare un'impennata di attentati

Isis (Ansa)

Isis (Ansa)

Filadelfia, 30 luglio 2016 - Il capo dell’FBI James Comey non ha dubbi: "Sconfiggere l’Isis e distruggere il Califfato in Siria non sarà sufficiente. Non tutti i terroristi moriranno sul campo di battaglia. A un certo punto ci sarà una diaspora di assassini come non abbiamo mai visto prima. Tenteranno di arrivare prima in Europa, poi anche da noi negli Stati Uniti. Ci aspettiamo che pianificheranno ogni tipo di attentati". Comey fa calare la sua previsione come frutto di una lunga collezione di dati e segnali da parte dell’agenzia investigativa e l’allarme arriva proprio nel mezzo della convention democratica.

Parlando alla Fordham University a un convegno sul cyberterrorismo qualche giorno fa, mentre sia Hillary Clinton che Donald Trump offrono soluzioni di diversissime per fronteggiare i tagliagole e i criminali del Califfato, il direttore dell’agenzia investigativa Usa, che sta conducendo le inchieste anche su Orlando e San Bernardino, fa notare che la sconfitta militare dell’Isis diventerà il detonatore per la "diaspora terrorista" e lo Stato islamico tenterà di condurre attacchi su larga scala lontano dai tradizionali campi di battaglia.

"Questo esodo di terroristi che tenteranno di lasciare la Siria – precisa Comey al New York Times – sarà 10 volte più grande di quello al quale abbiamo assistito negli anni ’80 e ’90 quando abbandonavano l’Afghanistan per stabilirsi in Europa e Usa".

Anche il direttore della Cia Brennan concorda sul rischio di un’esplosione di ‘lupi solitari’ che tenteranno di entrare negli Stati Uniti. Lo stesso Comey conferma che l’Fbi è sulle tracce di almeno 1000 individui in Usa che sarebbero stati radicalizzati attraverso la propaganda anche via Internet.

Ma c'è un’altra spina per gli investigatori e le forze di sicurezza americane. Almeno 500 su 4000 cellulari sospetti che sono stati sequestrati dall’Fbi rimangono bloccati per la controversia che ha coinvolto la stessa Apple qualche mese dopo la strage di San Bernardino. "Spesso i telefonini contengono notizie rilevanti e urgenti – dice Comey –. Occorre che il mondo politico americano trovi una formula per garantirsi l’accesso a questi dispositivi nei casi di antiterrorismo. Immagino non succederà prima delle elezioni presidenziali di novembre, la discussione dovrà cominciare molto presto perché lo strumento per noi può diventare vitale". Per quanto riguarda la collaborazione con i paesi europei e gli altri membri della coalizione anti-Isis, la condivisione dei dati di intelligence rimane l’altro elemento chiave ma delicato da affrontare.

Una più stretta collaborazione tra i servizi segreti dei paesi della coalizione servirebbe ad anticipare le mosse di chi vuole colpire l’Europa e gli Usa. Secondo Comey «diversamente l’Isis sconfitta sul fronte siriano e iracheno, proseguirà la sua guerra contro l’Occidente attraverso i kamikaze estremisti che rientreranno per immolarsi, uccidendo centinaia di innocenti come hanno già fatto in Belgio in Francia e negli Usa".