Giovedì 18 Aprile 2024

L'Isis assedia Kobane nonostante i raid Usa, un manipolo di curdi pronto a difesa 'casa per casa'

La città snodo di Kobane rischia l'assedio dell'Isis. Migliaia di jihadisti, meglio armati, stanno avanzando contro le postazioni curde, composte da poche centinaia di uomini male equipaggiati. I raid stanno rallentando l'avanzata, ma non la fermano. Generale Allen: "Anni per addestrare i ribelli moderati". PKK, Ocalan: "Se IS prende Kobane stop a pace con turchi"

I peshmerga curdi si preparano a difendere Kobane (Reuters)

I peshmerga curdi si preparano a difendere Kobane (Reuters)

Mursitpinar, 2 ottobre 2014  - I Jiahidisti dell'Isis sono sempre più vicini a Isn al Arab - Kobane - la città curda alla frontiera tra Siria e Turchia che rappresenta uno snodo strategico essenziale per il controllo del territorio. I combattenti curdi asserragliati in città si dicono pronti a combattere "casa per casa e strada per strada" ma le forze dell'Isis, soverchianti in numero e armamenti, sono ormai soltanto a due chilometri da Kobane nonostante i raid aerei lanciati da ieri contro di loro dalla coalizione arabo-americana. L'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo non nasconde la sua preoccupazione." C'è un concreto timore che l'Isis possa prendere Kobane in tempi brevi e molti dubbi sul fatto che i combattenti curdi possano arrestarli". 

Oltre a rappresentare un evento strategico di primo rilievo, la caduta di Kobane potrebbe essere accompagnata da stragi e massacri. Sempre l'Osservatorio esprime il timore per rappresaglie contro i civili stimando che le milizie curde poste a loro difesa - Le Unità di Protezione del Popolo (Ypg) - non avrebbero la forza e i mezzi di tutelarli. Sono centinaia i combattenti curdi impegnati contro migliaia di jihadisti che dispongono di carri armati, artiglieria pesante e lanciarazzi multipli da 220 mm. 

"I curdi hanno kalashnikov, mitragliatrici pesanti di fabbricazione sovietica DShK e lanciarazzi Rpg", precisava ieri Abdel Rahmane, dell'Osservatorio. Qualora dovessero riuscire a conquistare Kobane, i jihadisti controllerebbero di fatto una fascia territoriale continua nel nord della Siria, lungo il confine turco. Il loro attacco ha causato finora la fuga di almeno 160.000 persone, che dalla metà di settembre hanno trovato rifugio in Turchia.

I PESHMERGA LIBERANO DUE VILLAGGI - Le milizie curde Peshmerga hanno liberato due villaggi del nord dell'Iraq, costringendo alla ritirata gli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Isis). Secondo quanto riferisce l'inviato dell'emittente televisiva 'al Jazira', i curdi hanno occupato ieri le cittadine di Rabia e Zammar, nella provincia di Ninive, dopo un violento scontro con gli uomini dello Stato islamico. I curdi sono stati aiutati dai raid aerei statunitensi che hanno ucciso decine di terroristi islamici nella zona e ora si trovano 60 chilometri a ovest di Mosul.

PER ADDESTRARE RIBELLI MODERATI SERVONO DEGLI ANNI  - Il generale americano John Allen, che coordina da metà settembre la coalizione internazionale contro lo Stato Islamico, ha dichiarato ieri che l'equipaggiamento e l'addestramento dei ribelli siriani in lotta contro i jihadisti comporterà tempi lunghi, "probabilmente anni". Il Congresso americano ha approvato un piano di equipaggiamento e addestramento dei ribelli siriani moderati nel quadro della strategia a lungo termine del presidente Barack Obama contro l'Isis. "Il processo è stato lanciato, con la ricerca delle località per i campi di addestramento e degli elementi siriani interessati", ha spiegato il generale Allen.

VOTO PARLAMENTO TURCO PER INTERVENTO IN SIRIA E IN IRAQ - Il Parlamento turco vota oggi la mozione che darebbe al governo nuovi poteri per lanciare operazioni militari in Siria e Iraq e permettere a forze straniere di compiere incursioni dal suo territorio. In passato il Parlamento ha approvato operazioni in Iraq e Siria per attaccare i separatisti curdi o contrastare le minacce del governo di Damasco, ma la mozione al vaglio oggi espanderebbe questi poteri per frenare i militanti dello Stato islamico che sono arrivati a controllare ampi territori nei Paesi limitrofi. Il governo di Ankara rimane vago in merito a come supporterà la coalizione guidata dagli Usa contro i militanti, ma il presidente Recep Tayyip Erdogan ha chiesto la creazione di una zona cuscinetto e di una no-fly zone per garantire la sicurezza dei confini turchi e frenare il flusso di rifugiati. 

"Nella lotta contro il terrorismo - aveva detto ieri Erdogan - siamo aperti e pronti a ogni tipo di cooperazione. Tuttavia, la Turchia non è un Paese che permetterà di essere usato per soluzioni temporanee. Una lotta efficace contro l'Isil o altre organizzazioni terroristiche sarà la nostra priorità. L'immediata rimozione dell'amministrazione a Damasco, l'unità territoriale della Siria e l'instaurazione di una amministrazione che abbracci tutti continuerà a essere la nostra priorità". La mozione presentata in Parlamento cita la minaccia continua alla Turchia da parte dei ribelli curdi che stanno combattendo per l'autonomia dalle basi nel nord dell'Iraq; la minaccia rappresentata dal regime siriano; le nuove minacce emergenti da parte dei militanti dello Stato islamico (Isis o Isil) e altri gruppi in Iraq e Siria. Inoltre, fa riferimento a una potenziale minaccia al mausoleo di Suleyman Shah in Siria, considerato territorio turco. Il governo ha la maggioranza in Parlamento e la mozione dovrebbe passare senza problemi, nonostante l'opposizione di due partiti. 

OCALAN: SE ISIS PRENDE KOBANE FINE PACE TRA CURDI E TURCHIA - Se l'Isis riuscirà a prendere la città siriana di Kobane, al centro di duri scontri in queste ore fra jihadisti e milizie curde, anche il processo di pace in Turchia fra curdi e governo di Ankara rischia di saltare. Lo ha ha fatto sapere Abdullah Ocalan, leader storico del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) detenuto in Turchia. "L'assedio di Kobane (cittadina a popolazione curda della Siria, a ridosso del confine turco) non è un assedio qualunque, ma un tentativo di massacro e, se riuscirà, segnerà la fine del processo" di pace turco-curdo, ha avvertito Ocalan in un messaggio consegnato a una delegazione che lo ha visitato nell'isola-prigione turca di Imrali in cui è recluso e che è stato poi rilanciato dall'agenzia curda Firat News. Il monito arriva mentre il parlamento di Ankara è impegnato a esaminare il via libera a una partecipazione militare turca in Siria e Iraq contro l'Isis: organizzazione che l'ex premier e attuale presidente islamico-conservatore Recep Tayyip Erdogan è accusato di avere a lungo sostenuto, o almeno tollerato, come arma contro il regime di Damasco di Bashar al-Assad.

ISIS CONQUISTA HIT IN IRAQ - I militanti dello Stato islamico hanno preso il controllo di gran parte della città di Hit, nella provincia irachena di Anbar. Lo riferisce una fonte dei servizi di sicurezza provinciali. Nelle prime ore del mattino, spiega la fonte a Xinhua, centinaia di militanti hanno preso d'assalto la città, che si trova a circa 160 chilometri a ovest della capitale Baghdad, e hanno occupato gran parte dei quartieri dopo violenti scontri con le forze di sicurezza irachene. I militanti hanno lanciato gli attacchi da diverse direzioni dopo aver colpito la città con colpi di mortaio. Quindi hanno utilizzato attentatori suicidi contro i centri della sicurezza locale e i principali edifici governativi. La battaglia, spiega la fonte, è ancora in corso. La situazione della sicureza in Iraq è iniziata a peggiorare drasticamente dal 10 giugno, quando scoppiarono violenti scontri tra le forze di sicurezza e i militanti dell'Isis che hanno preso il controllo di Mosul e, in seguito, altri territori del Paese.