Martedì 16 Aprile 2024

Iraq, l'esercito verso la riconquista di Tikrit. Renzi domani a Baghdad ed Erbil

Visita lampo del premier. Tikrit da giugno nelle mani dello Stato islamico. Scontri tra le forze irachene e i militanti sono scoppiati alla periferia della città. Secondo la tv al Arabiya, che cita fonti irachene, la città sarebbe stata espugnata e l'esercito sarebbe entrato nel centro città. Ma i residenti dicono che la città è ancora sotto il controllo dei jihadisti

Un campo rifugiati yazidi (Ansa)

Un campo rifugiati yazidi (Ansa)

Baghdad, 19 agosto 2014 - Matteo Renzi domani sarà in Iraq per una visita lampo. Il premier, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, andrà a Baghdad e poi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, dove nei giorni sono arrivati i primi voli umanitari del governo italiano, per fare rientro in serata a Roma.

Una visita che arriva il giorno dopo l'offensiva delle forze irachene contro i jihadisti che occupano Tikrit. "La città è stata espugnata e l'esercito è entrato nel centro della città", annunciava stamattina la televisione Al Arabiya, citando fonti irachene. Ma il tentativo dei militari di espugnare Tikrit sarebbe fallito. Gli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Is) sarebbero riusciti a respingere l'attacco alla città natale di Saddam Hussein. L'operazione era partita all'alba e i combattimenti sono andati avanti per diverse ore. I miliziani hanno sparato colpi di mortaio e di armi automatiche contro i soldati che sono stati costretti ad arretrare. I residenti di Tikrit hanno riferito che la città è ancora sotto il pieno controllo degli jihadisti.

Nel frattempo il numero degli sfollati a causa dei combattimenti è di almeno 600mila persone. Ad annunciare la stima sono le Nazioni Unite, che specificano che almeno 24 mila di loro vivono ammassati in un unico villaggio, Sharyia, alla periferia di Dahuk. Molti sono bambini che, al pari degli adulti, ogni giorno si mettono in fila e attendono un po' riso o zuppa forniti dal Programma alimentare mondiale. 

ONU: "PONTE AEREO PER IL NORD DEL PAESE" - Intanto l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato un ponte aereo di quattro giorni per il nord dell'Iraq, in una delle più grandi operazioni umanitarie, volto all'assistenza del mezzo milione di persone costrette ad abbandonare le loro case. Promossa in risposta al deterioramento della situazione nell'Iraq settentrionale, si tratta di "un'operazione per via aerea, su strada e via mare, che comincerà domani con un ponte aereo di quattro giorni tra Aqaba (Giordania) ed Erbil (nord Iraq) ricorrendo a Boeing 747, seguito da un convoglio stradale dalla Turchia alla Giordania, e spedizioni via mare e via terra da Dubai attraverso l'Iran nei prossimi dieci giorni". Lo ha reso noto il portavoce dell'Unhcr Adrian Edwards.

L'APPELLO DISPERATO DELLE RAGAZZE YAZIDE - "Diverse ragazze si sono suicidate. Oggi una ragazza si è impiccata con il velo ed è morta. Salvateci, salvateci. Chiunque possa sentire la nostra voce - Stati Uniti, Europa, chiunque - per favore aiutateci, salvateci". E' questo l'accorato appello lanciato attraverso l'agenzia di stampa curda Rudaw da una 24enne yazida detenuta dai jihadisti dello Stato islamico nel nord dell'Iraq. Secondo la ragazza, sarebbero circa 200 le donne yazide rinchiuse con lei nella prigione nei pressi della contea di Baaji, nella provincia di Mosul. "Dalle tre alle quattro volte al giorno vengono nel cortile della prigione. Le ragazze li supplicano di sparare loro alla testa per mettere fine alla loro miseria". La ragazza, in lacrime, ripete più volte la località dove si trova la prigione in cui è rinchiusa, supplicando anche di lanciare raid aerei per seppellirle e farle riposare in paese: "Ogni giorno arrivano i combattenti e cercano tra di noi. Prendono due o tre ragazze carine. Quando le ragazze tornano sono in lacrime, sfinite e umiliate. I combattenti portano le ragazze ai loro emiri, che ne abusano sessualmente".