Venerdì 19 Aprile 2024

'Quarto grado' a Gianluigi Nuzzi: "Ecco perché scaviamo nella cronaca nera"

Il conduttore della trasmissione di Retequattro spiega l'interesse del pubblico per i delitti in famiglia e sulle donne. "Ma ora torno a scrivere un romanzo-verità sul Vaticano"

Gianluigi Nuzzi

Gianluigi Nuzzi

Milano, 11 dicembre 2014 - Domani ultima puntata di "Quarto Grado", la trasmissione di Retequattro che ha ottenuto un notevole successo (l'ultimo appuntamento, con il 13%, è stata la seconda trasmissione più vista della serata) così come lo sta avendo il programma analogo “Chi l’ha visto?” 

Gianluigi Nuzzi, secondo lei a cosa è dovuto l’interesse del pubblico per trasmissioni che scavano nella cronaca nera più efferata? "Innanzitutto c’è un’accresciuta sensibilizzazione dell’opinione pubblica per i delitti in famiglia e sulle donne. In un periodo di crisi la famiglia viene vista come un baluardo di difesa. Quando però la famiglia del Mulino Bianco si rivela un inferno di violenza sulle donne e sui bambini, la gente resta scioccata e inevitabilmente si chiede: può succedere anche a me? In secondo luogo c’è la naturale curiosità verso l’intrigo e il giallo".

Lei ha citato la violenza sulle donne. Voi avete fatto una campagna sul tema, sia l’anno scorso con le scarpe rosse e quest’anno con i palloncini bianchi. Ma questo genere di campagne serve a qualcosa? Non è solo un alibi per scaricarsi la coscienza e sentirsi più buoni? "Le faccio un esempio concreto. Ci ha telefonato una donna che vive in un piccolo paese di provincia e che subiva violenze da parte del marito, un carabiniere. È andata alla caserma per chiedere aiuto ma i militari non l’hanno presa sul serio. Allora ci ha chiamato, e noi l’abbiamo incoraggiato a rivolgersi a un avvocato, come poi ha fatto. Il problema, in Italia, è  culturale, non di leggi, perché le leggi esistono. Se noi in tv spieghiamo che per configurare il reato di stalking basta che lo stalker costringa la vittima a cambiare le proprie abitudini, ecco, abbiamo svolto un’opera di utilità sociale."

Molti vi accusano di gratuita morbosità, di pornografia dei sentimenti. "È la stessa accusa che ricevevo quando scrivevo i libri sul Papa. Il giorno seguente a quello in cui mandiamo in onda i filmati con le nostre indagini giornalistico-investigative, regolarmente la Procura interessata al caso chiede di acquisirli. Credo che il nostro sia un lavoro utile."

Cosa si prova a essere uno degli uomini che hanno indotto, con i propri libri sul Vaticano, Papa Ratzinger a dimettersi? "Col senno di poi sono convinto che Papa Ratzinger fosse perfettamente a conoscenza della situazione della Chiesa, e ha lasciato il soglio proprio perché si è reso conto di non poterla più governare. Credo anche che Ratzinger sia stato tra i grandi elettori di Papa Bergoglio, proprio per mettere in minoranza, per citare le sue parole, ‘chi fa scandalo della mondanità’".

Cosa pensa di Papa Bergoglio, lei che si è addentrato in profondità nei misteri e negli scandali Vaticani? "C’è stato un cambio di passo. Mentre in Italia non succede mai nulla perché ormai siamo assuefatti agli scandali, Bergoglio ha cambiato gli uomini e le leggi."

Papa Francesco è in pericolo? "Esistono alcune centinaia di fuoriusciti dalle organizzazioni estremistiche che sono stati cacciati perché non rispettavano la gerarchia militare. Questi fuoriusciti sono inaffidabili e pronti a qualsiasi cosa, soprattutto se clamorosa. Temo che Papa Bergoglio possa essere un loro obiettivo, un attentato sarebbe una miccia per lo scoppio di una guerra di religione. Ma temo anche che una tale minaccia da parte dei fanatici possa essere usata per dissimulare altri interessi, molto più torbidi e segreti. Il fatto che Bergoglio abbia imposto la trasparenza della finanza vaticana ha dato fastidio a molti."

Ha nostalgia della carta stampata? "Molta. Per questo sto scrivendo un libro, in collaborazione con un magistrato. Sarà un romanzo-verità per spiegare quello che è successo in Vaticano. Esiste una grande differenza tra giornali e tv. Nei giornali la gerarchia delle notizie è chiara. In tv è più complesso. Se una notizia non è vestita da suoni e immagini perde attrattiva. E, soprattutto, in tv la narrazione è più importante della notizia stessa."

È vero che possiede una cantina di 700 bottiglie? "La possedevo, purtroppo. Da quando sono nati i miei due figli - 5 e 8 anni - non posso più dedicarmici molto. Ma il vino e la cucina sono due delle mie passioni più grandi."