Mercoledì 24 Aprile 2024

Prof licenziata perché sospettata d'essere lesbica? Il ministro: "Se è vero agiremo con severità"

Secondo Arcilesbica e altre associazioni l'insegnante sarebbe stata chiamata a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale e ad affrontare un percorso di 'riabilitazione'. La scuola inoltre è "finanziata con fondi pubblici"

Il ministro Stefania Giannini (Ansa)

Il ministro Stefania Giannini (Ansa)

Roma, 20 luglio 2014 - Arriva a strettissimo giro di posta, nonostante il weekend, la risposta del ministro dell'istruzione Stefania Giannini all'appello di una serie di associazioni -  Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno - che ieri hanno denunciato una pesante discriminazione contro un'insegnante di Trento, a loro dire licenziata perché 'sospettata' di essere lesbica.

LA DENUNCIA - "Se vuoi uccidere una persona, privala del lavoro. Succede a Trento e la vittima 'predestinata' è una donna, insegnante per anni in un istituto privato, a causa del contesto omofobico: 'sospettata' di essere lesbica, l'insegnante sarebbe stata chiamata a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale e ad affrontare un percorso di 'riabilitazione', pena il mancato rinnovo del contratto. Ciò che poi è avvenuto". Le associazioni sottolineano che "in una Repubblica democratica 'fondata sul lavoro', non rinnovare l'incarico a una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l'equivalente simbolico di un'esecuzione dopo processo sommario e stupro". La somministrazione di "terapie riparative" "rispecchia le pratiche del dottor Carl Vaernet, nel campo di sterminio di Buchenwald, volte a 'guarire' gli omosessuali - aggiungono ancora - Nel caso del dott. Vaernet, la percentuale dei decessi fu dell'80%. Oggi il principio e il fine sono i medesimi: 'guarire' gli omosessuali. Cambia solo la 'pratica clinica' della 'terapia' e dei suoi 'effetti collaterali': mezzi farmacologici durante il Nazismo, oppressione psicologica ed esclusione sociale, mediante la deprivazione dei mezzi di sopravvivenza, nell'Italia contemporanea".  Le associazioni infine sottolineano il fatto che la scuola protagonista dell'episodio di discriminazione sia peraltro finanziata con fondi pubblici". Chiedono inoltre al ministro dell'IStruzione Giannini di intervenire per restituire all'insegnante offesa la sua dignità di persona.

IL MINISTRO GIANNINIO - Il ministero "valuterà il caso di Trento con la massima rapidità" e se emergesse un episodio "legato a una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità", risponde prontamente il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Il ministero intende procedere - ha spiegato - a "un confronto chiaro e doveroso con le parti coinvolte. In queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte a un caso legato ad una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità".