Piombino, l'infermiera torna a casa: "Sono libera, la giustizia ha raggiunto l'obiettivo"

Il rientro a casa di Fausta Bonino. L'abbraccio della famiglia: "Sono felice"

L'infermiera di Piombino rientra a casa

L'infermiera di Piombino rientra a casa

PIOMBINO (Livorno), 21 aprile 2016 - «HO SEMPRE creduto nella giustizia e la giustizia ha raggiunto il suo obiettivo: sono libera. Sono felice». Ecco le prime parole di Fausta Bonino, l’infermiera del reparto di rianimazione e anestesia di Piombino, accusata di essere il killer dell’ospedale Villamarina di Piombino, arrestata per avere ucciso 13 pazienti utilizzando un farmaco di uso corrente: l’eparina. «La giustizia ha raggiunto il suo obiettivo»: Fausta Bonino ha confidato queste parole all’avvocato Cesarina Barghini, difensore e amica. Un abbraccio struggente nell’abitazione di via Primo Maggio a Piombino dove l’infermiera è arrivata a bordo dell’auto del figlio Andrea alle 19 di ieri. Ad attenderla, il marito Renato Di Biagio, il primo a parlare con Fausta, «la sua Fausta», quando a metà pomeriggio la donna era stata autorizzata dal personale del carcere Don Bosco di Pisa a telefonare alla famiglia.

«SONO LIBERA venitemi a prendere, sono libera». Parole concitate che hanno messo fine all’incubo che i familiari della donna hanno vissuto dalla sera del 30 marzo quando la Bonino venne arrestata all’aeroporto di Pisa. «È libera, sono felice, grazie, sono felice – ha detto subito dopo Renato Di Biagio parlando con noi al telefono –. Ho chiamato mio figlio Andrea perché vada lui a prenderla. Lui è a Pisa, io sono a Piombino». È felice Renato Di Biagio, il marito che ha sempre creduto nell’innocenza di Fausta e sempre stato convinto che il killer del reparto sia ancora libero. Emozione profonda nella voce dell’avvocato Cesarina Barghini, che grazie al provvedimento del Riesame ha vinto la prima battaglia nei confronti della procura. «Sono felice» ha detto al telefono con noi subito dopo aver avuto la notizia della scarcerazione.

E APPENA abbracciata l’infermiera, in via Maggio, aggiungeva: «Non c’erano elementi che potessero far restare la Bonino in carcere. Lo abbiamo spiegato ai giudici del riesame davanti ai quali Fausta si è proclamata innocente. È sempre stata fiduciosa. Lo era anche martedì, quando sono andata a trovarla nel carcere Don Bosco a Pisa e mi ha detto che credeva nalla giustizia».

Ieri pomeriggio quella speranza è diventata realtà: a Fausta Bonino ancora in cella è stato comunicato l’esito del tribunale del riesame ed è stato messo a disposizione un telefono: in quel momento era già una donna libera e ha potuto chiamare i familiari. Alle 17.30 si sono aperte le porte del carcere di Pisa ad aspettarla il figlio Andrea, medico, che ha sempre affermato che la mamma non soffre – come invece sostenuto dalla procura livornese – di «depersonalizzazione». Sindrome che secondo i pm potrebbe essere stata provocata dai farmaci che Fausta Bonino ha assunto per curare l’epilessia, patologia che peraltro dal 1991 non le reca più alcun disturbo.