Incidente sul Gran Sasso, due alpinisti morti

Le vittime sono Roberto Iannilli, scalatore che ha aperto oltre 100 vie in Italia e all'estero, e il suo compagno di scalata Luca D'Andrea

I due alpinisti morti: Luca D'Andrea e Roberto Iannilli

I due alpinisti morti: Luca D'Andrea e Roberto Iannilli

L'Aquila, 21 luglio 2016 - Incidente mortale sul massiccio del Gran Sasso: due alpinisti sono precipitati mentre stavano salendo lungo la parete nord del monte Camicia. Inutile l'intervento di Soccorso Alpino e dal 118, quando sono giunti per i due non c'era più nulla da fare. 

Le vittime sono Roberto Iannilli, 62 anni, considerato uno dei massimi esperti di arrampicata in Italia, e Luca D'Andrea, 51 anni di Sulmona, anche lui un esperto del settore. Il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico (Cnsas) ha fatto sapere che i soccorsi sono partiti in seguito all'allarme lanciato dai familiari che non riuscivano a mettersi in contatto con i due scalatori. Un elicottero del 118, dopo alcuni sorvoli, ha individuato i corpi legati da un'unica corda che sono stati recuperati alla base della parete nord. "Stavano scalando una parete che ha uno sviluppo di 1200 metri - hanno spiegato dal Soccorso Alpino - e non si può stabilire da che altezza siano precipitati".

Il Cnsas ipotizza che Iannilli, originario di Ladispoli ma residente a Cerveteri (Roma), stesse aprendo una via sul monte Camicia, considerata tra le più difficili in Italia poiché, proprio per la sua esposizione, rende instabile la roccia. Nella sua carriera Iannilli ha aperto centinaia di nuovi itinerari in Italia e all'estero. Ha vinto per due volte il premio 'Consiglio', massimo riconoscimento alpinistico italiano. È stato inoltre tra i finalisti al premio internazionale 'Piolet d'Or', per una impresa compiuta sulle Ande peruviane. Molto nota, tra gli appassionati, è anche la sua scalata alla 'Bartolomei Tower' sull'Himalaya.

Era particolarmente legato al Gran Sasso dove, in solitaria o con altri escursionisti, ha aperto più di 100 nuove vie. E proprio sul massiccio abruzzese era rimasto ferito nel 2010, cadendo per una trentina di metri dal Paretone.