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Asma, enfisema, bronchite e allergie. Oltre la metà dei soggetti affetti da malattie respiratorie si trascura. Al via una campagna sul corretto uso degli inalatori

Immagine dal sito www.aderenza3c.it

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Milano, 17 novembre 2014 - Asma, enfisema, bronchite e allergie. Oltre la metà dei soggetti affetti da malattie respiratorie si trascura. Al via una campagna sul corretto uso degli inalatori. Consapevolezza, correttezza, costanza: sono queste le parole chiave della campagna Le 3C dell'aderenza, patrocinata dalla Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER) e dalla Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC). Obiettivo far sì che le persone alle prese con asma, enfisema e bronchite cronica seguano le terapie senza errori.

Oltre la metà dei pazienti con malattie respiratorie croniche si cura in media meno di sei mesi all'anno. Fra i bambini, gli adolescenti e gli anziani l'adesione alle terapie è ancora minore: il 70 % degli under 14 dopo un anno non prende più farmaci, il 60% degli adolescenti snobba le cure, oltre il 60% degli anziani segue la terapia per non più di due mesi. La mancata e inadeguata adesione alla terapia è la causa del 24% delle ricadute e di 6 ricoveri su 10, comportando costi evitabili pari a quasi 10 miliardi di euro su un totale di spese per le malattie respiratorie di 14 miliardi di euro, circa un punto di PIL. Per tutti questi motivi ha preso il via una campagna di informazione per migliorare l'aderenza alle cure, attraverso spot, interventi sui social network, articoli e interviste sui mass media attraverso le più diffuse testate nazionali di informazione, grazie a un'azione capillare di ufficio stampa, e approfondimenti sul sito www.aderenza3c. Per educare i pazienti a un corretto uso delle terapie, in un ampio campione di farmacie di tutta Italia, fino ai primi mesi del 2015, infermieri specializzati saranno a disposizione per spiegare come utilizzare gli inalatori. Intanto è stato siglato dai massimi esperti di malattie respiratorie anche un manifesto per l'aderenza alle cure, in cui si indicano le strategie più efficaci per migliorare la gestione dei pazienti.

Paura degli effetti collaterali, scarsa fiducia nei farmaci, troppo poco tempo passato con il medico a discutere le cure. Sono solo alcuni dei tanti motivi che allontanano dalle terapie gli oltre 7.5 milioni di italiani con malattie respiratorie croniche come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): oltre 3.5 milioni non si curano per più di sei mesi in un anno, rinunciando del tutto ai farmaci per inalazione che consentono di tenere sotto controllo i sintomi nel lungo periodo o assumendoli poco e male. La scarsa adesione alle terapie diventa un'epidemia vera e propria tra i bambini, gli adolescenti e gli anziani: sette under 14 su dieci dopo un anno hanno abbandonato i farmaci, il 60% degli adolescenti snobba le cure, oltre il 60% degli over 65 le segue per appena due mesi in tutto l'anno. Le conseguenze non si fanno attendere: una ricaduta grave su quattro e sei ricoveri su dieci sono imputabili proprio alla mancata o inadeguata aderenza alla terapia, con costi evitabili che arrivano quasi a 10 miliardi di euro l'anno.

La mancata o inadeguata aderenza alle terapie ha molti motivi – osserva Walter G. Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell'Università di Genova e Presidente SIAAIC – I più comuni sono la dimenticanza, le variazioni nello schema terapeutico, uno stile di vita troppo attivo: tanti seguono la terapia dal lunedì al venerdì, poi nel fine settimana o in vacanza non riescono a farlo adeguatamente. Altri pazienti modificano deliberatamente la terapia, perché pensano di non averne bisogno nei periodi in cui hanno meno sintomi, perché temono gli effetti collaterali o perché lo schema terapeutico interferisce molto con la loro vita quotidiana. In altri ancora la mancata adesione è inconsapevole, perché non si sono comprese le istruzioni date dal medico e non si è capita l'importanza dell'aderenza alla terapia: se il rapporto medico-paziente è frettoloso, come purtroppo spesso accade per la scarsità di tempo che è possibile dedicare a ciascun caso, inevitabilmente si rischiano lacune nella comprensione della gestione della malattia.

La consapevolezza del paziente non a caso è la prima delle 3C della campagna per l'aderenza alle terapie: tuttora pochi conoscono le malattie respiratorie croniche, una recente indagine ha mostrato che il 51% dei quindicenni non ha mai sentito parlare di asma e la BPCO è ancor meno nota. La scarsa consapevolezza porta a sottostimare le possibili conseguenze di queste patologie, per cui è fondamentale migliorarne la conoscenza nella popolazione. Le altre due C del progetto richiamano agli altri pilastri delle terapie croniche per tenere sotto controllo asma e BPCO e sono conseguenza di un'adeguata consapevolezza: la correttezza delle cure, ovvero l'importanza di attenersi alle indicazioni date dal medico per prendere i farmaci nel modo e al momento giusto, e la costanza nell'assumerli per ridurre il pericolo di ricadute. La campagna delle 3C ha il patrocinio di importanti enti e istituzioni, ed è possibile grazie al sostegno di Almirall, AstraZeneca, Biofutura, Boehringer Ingelheim, Chiesi farmaceutici, Gsk, Guidotti Malesci, Menarini, Mundipharma, Novartis e Teva.

Sono più a rischio di terapie inadeguate e intermittenti i bambini, nei quali l'adesione alle cure dipende molto dai genitori: in alcune famiglie ad esempio si fa l'errore di aspettarsi che il bambino impari molto presto a gestire in maniera autonoma la malattia, ma non sempre è possibile – aggiunge da parte sua Francesco Blasi, Ordinario di Malattie Respiratorie dell'Università Statale di Milano e presidente eletto SIMER– Altra categoria a rischio, gli adolescenti: spesso per ribellione evitano deliberatamente i farmaci, negando la malattia e rendendo la terapia un mezzo per vincere la propria personale guerra verso l'indipendenza. Infine hanno una scarsa aderenza alle cure gli anziani, che dimenticano più spesso i medicinali e non di rado devono essere curati per più di una patologia, ritrovandosi a dover affrontare regimi terapeutici complessi e gravosi nei quali inevitabilmente finiscono per tralasciare qualcosa. Spesso si tratta degli inalatori, perché se i sintomi sono relativamente sotto controllo molti pensano di non averne bisogno; così li scordano, finché la prima ricaduta grave non di rado costringe a un ricovero.

Le barriere all'aderenza alle terapie sono numerose, perciò sono altrettanto numerose anche le strategie per migliorare l'adesione: un elenco delle più importanti è stato stilato in un nuovo manifesto firmato dai massimi esperti di malattie respiratorie che sottolinea, ad esempio, come la conoscenza dello schema terapeutico da seguire sia una condizione necessaria ma non sufficiente, mentre ha un ruolo centrale soprattutto la comunicazione fra medico e paziente per arrivare a metodi tagliati su misura per ciascuno, che siano realmente in grado di funzionare. Si è visto ad esempio che è indispensabile fornire ai pazienti informazioni scritte - osserva Canonica - Semplicemente consigliare di tenere i farmaci sempre in uno stesso posto accresce del 44% l'aderenza, favorire una routine specifica per l'assunzione della dose quotidiana associandola a un'altra attività consueta la aumenta del 33%. Serve inoltre monitorare l'adesione alla terapia con colloqui regolari, ma anche semplificare per quanto possibile il regime terapeutico: oltre il 60% dei pazienti preferisce un regime che preveda una sola somministrazione giornaliera.

Ciò che più conta è dedicare tempo al malato, perché solo così se ne può migliorare la consapevolezza della malattia e della necessità di cura – conclude Blasi – Interventi educazionali mirati hanno mostrato di poter aumentare l'adesione alle cure dal 40 al 57%. Accanto al medico, poi, altrettanto essenziali sono l'infermiere, il fisioterapista e il farmacista: gli infermieri e i fisioterapisti possono seguire il paziente mostrandogli come utilizzare nel modo corretto gli inalatori, per aiutare a fugare i molti dubbi pratici che spesso assalgono i malati; le farmacie possono essere un punto di monitoraggio delle cure molto efficace, perché possono accorgersi di una discontinuità terapeutica e possono intervenire con un counseling. Non a caso una parte importante della nuova campagna per l'aderenza alle terapie sarà svolta proprio dai farmacisti e dagli infermieri, che saranno alleati sul territorio per offrire informazioni e aiuto ai malati fino ai primi mesi del 2015.

Alessandro Malpelo

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