Giovedì 18 Aprile 2024

In ostaggio dei cialtroni

SIAMO quelli dello sciopero bianco a Fiumicino il cinque di agosto. Siamo lo squinternato che decide di rapinare la banca della Camera e magari ci proverebbe anche dentro la questura se avesse la certezza di trovarci qualche migliaio di euro. Siamo sempre in prima fila con una lamentela e un piagnisteo, paladini del diritto e mai del dovere, custodi del piccolo appezzamento attorno all’ego. Siamo quelli che lasciano il sacco dell’immondizia sul pianerottolo perché in casa puzza, aggrappati al senso del «mio», del «lei non sa chi sono io». Continuiamo a ripetere lo stesso copione neorealista che ci ha resi celebri nel mondo e non ne vogliamo sapere di imparare dagli errori e dagli scarsi consensi di critica. Il massimo dell’autorità che possiamo sopportare è la ramanzina di un ufficiale con la voce grossa verso un altro ufficiale arenato sullo scoglio, dove a fare la differenza non è l’ordine di tornare a bordo della nave che affonda, ma la parolaccia di accompagnamento. Siamo gli arresi di fronte ai benzinai chiusi, ai treni fermi, alle serrande dei negozi abbassate tutte assieme. Siamo la borghesia salottiera di certi film ingessata nella presunzione, l’anziano razzista incontinente, il campione con le scarpe bicolori che fa i capricci.

SIAMO la coperta sempre troppo corta, il parlamentare che porta la spigola in aula, l’arroganza sgrammaticata di chi ha svoltato e non si capisce come. Ne facciamo una questione di carattere, in bilico fra genio e cialtronaggine, come se il carattere fosse una buona scusa per non cambiare. Siamo straordinari nell’arte di arrangiarci, talentuosi nel creare le cose dal nulla e altrettanto abili a distruggere tutto. Brava gente dalla camicia nera al fazzoletto rosso, mai davvero di qua né di là, corporativi quando serve, serafici nell’affrontare le folle inferocite che vogliono partire con la valigia. Mi casa es tu casa, il mio problema è il tuo problema. Chi riesce a scappare all’estero e a starci senza rimpianti non va accusato di diserzione: essere italiani richiede doti interpretative straordinarie e un grande coraggio.