Giovedì 18 Aprile 2024

La nuova frontiera dell'immunoterapia

Incoraggianti conferme sul potenziale clinico degli anticorpi monoclonali anti-PD-1. Vediamo le ultime novità di Nivolumab e Pembrolizumab per diversi tipi di malattie oncologiche

L'oncologo Carmine Pinto e una rappresentazione del meccanismo d'azione di pembrolizumab (Keytruda)

L'oncologo Carmine Pinto e una rappresentazione del meccanismo d'azione di pembrolizumab (Keytruda)

Bologna, 23 giugno 2015 - Allenare l'organismo, irrobustirlo e spingerlo a difendersi con le sue stesse forze contro l'insidia del tumore. Questa è la strada dell’immunoterapia, ultima frontiera nella lotta alle forme morbose più difficili da trattare. Al Congresso dell’Asco (Società Americana di Oncologia Clinica) uno studio ha dimostrato che nivolumab, anticorpo che inibisce un particolare passaggio immunitario (chiamato Pd-1), offre una sopravvivenza globale superiore, nel carcinoma polmonare allo stadio avanzato, rispetto allo standard di cura. Inoltre pembrolizumab, sempre attivo sullo stesso obiettivo, può rappresentare una speranza per la cura delle neoplasie della testa e del collo.

I risultati emersi sono incoraggianti, afferma Carmine Pinto, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica. Con l’utilizzo della terapia anti-PD-1 in pazienti pretrattati si è ottenuta una risposta in oltre il 20% dei casi. Sono numeri ancor più rilevanti se pensiamo che sono stati ottenuti in un tipo di tumore in cui da almeno 10 anni non abbiamo delle novità e che ad oggi non offre ai pazienti valide alternative terapeutiche, dimostrando la grande validità e utilità della ricerca sulle terapie anti-PD-1 nel trattamento di questa patologia.

Al Meeting di Chicago sono stati presentati in particolare dati dello studio KEYNOTE-012 su pembrolizumab nel trattamento del tumore avanzato della testa e del collo. Un altro studio su pembrolizumab apre nuove prospettive nel trattamento di forme tumorali che presentano carenza di DNA mismatch repair, come il tumore del colon-retto: quali strade potranno aprirsi in seguito a questi risultati?

Questo nuovo percorso di ricerca, afferma l'oncologo, collega i risultati legati alle valutazioni genomiche del paziente all’indicazione delle terapie anti-PD-1. Il tumore del colon è una di quelle forme tumorali nel quale queste terapie finora non avevano mostrato efficacia: oggi siamo riusciti a capire che chi ha una deficienza di mismatch repair sviluppa più epitopi e quindi questi pazienti risultano sensibili anche a un trattamento. Nei pazienti che hanno fatto anche tre linee di terapia si è ottenuto un 60% di response rate; chiaramente si tratta di un piccolo gruppo, circa il 4-5% dei pazienti con malattia metastatica, ma per questi pazienti si apre sicuramente una strada importante.

Gli ultimi studi confermano il potenziale clinico dell’attività antitumorale di pembrolizumab nel trattamento di diversi tipi di tumore. Sono una trentina le forme tumorali per le quali pembrolizumab è in studio, quali sono i risultati più rilevanti ottenuti finora? L’immunoterapia è una pagina molto importante per l’oncologia, un settore molto promettente e con un grande potenziale sul quale probabilmente ci sarà molto da lavorare nei prossimi anni. Pembrolizumab, come terapia, ha ottenuto a oggi risultati rilevanti soprattutto nel melanoma in prima e in seconda linea e nel tumore del polmone, che si aggiungono ai tanti dati che oggi abbiamo a disposizione.

Interessanti risultati vengono riferiti anche da Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di oncologia (melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative) del Pascale di Napoli, presidente della Fondazione Melanoma. Nello studio Checkmate 067 presentato a Chicago sono stati arruolati complessivamente 945 pazienti: 314 trattati con la combinazione nivolumab e ipilimumab, 316 solo con nivolumab e 315 solo con ipilimumab. Siamo partiti dagli ottimi risultati raggiunti in precedenti sperimentazioni eseguite con ciascuno dei due farmaci immuno-oncologici, spiega Ascierto. Con la combinazione delle terapie abbiamo raggiunto risposte positive superiori al 70%. Un riscontro importante, mai ottenuto in precedenza

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale