Martedì 23 Aprile 2024

Il prezzo da pagare

di Cesare De Carlo

FORSE Obama l’ha detto anche a Renzi. O forse no. Nessuno sa se in quel colloquio alla Casa Bianca il presidente americano abbia o no ammesso quel che un paio di giorni dopo avrebbe rivelato pubblicamente, e cioè che i droni della Cia avevano provocato ‘danni collaterali’ nelle persone di Giovanni Lo Porto e di Warren Weinstein. Quel che si sa, anzi che Obama ha confermato, è che l’uso dei droni non è in discussione. Saranno rivisti i metodi operativi, come scriveva ieri il Washington Post. Ma le incursioni sulle basi e sui santuari del terrorismo islamico (aggettivo che comunque lui evita di pronunciare) continueranno. E per una semplice ragione: sono state un successo. In quattordici anni, da quel terribile settembre 2001 ad oggi, hanno portato alla eliminazione di centinaia e centinaia di membri di al Qaeda e successivamente di Isis. Già, ma a che prezzo? Quanti civili ci hanno rimesso la pelle in questo tipo di guerra asettica, sotto missili lanciati da aerei manovrati a migliaia di chilometri di distanza? Secondo fonti ufficiali, solo l’1 o il 2 per cento dei bersagli mirati, dunque approssimativamente un centinaio. Secondo il Bureau of Investigative Journalism sono fra 800 e 900. Forse quest’ultima cifra è la più attendibile.

MA «L’ALTERNATIVA sarebbe molto peggiore», dice Michael Morell, ex vicedirettore della Cia. Se anziché ai droni della Cia le missioni di bombardamento fossero affidate ai caccia del Pentagono, il bilancio sarebbe molto più grave. Maggiori e non minori perdite civili, senza contare il rischio per i piloti. I piloti dei droni siedono invece alla consolle. Manovrano sulla base di rilevazioni televisive, satellitari, informazioni raccolte sul posto. Rimangono ore e ore sull’obiettivo, praticamente invisibili e inascoltati. Lanciano i missili solo quando hanno la ragionevole certezza di colpire senza coinvolgere degli estranei. Ragionevole certezza appunto. Di più non si può avere. D’altra parte i droni rappresentano il meglio di cui la tecnologia occidentale dispone in questa guerra dichiarataci dal fanatismo islamico. E dunque hanno torto coloro che si oppongono al loro uso per distruggere i barconi in Libia. Con o senza il consenso dei rais locali.

di Cesare De Carlo

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