Il pericolo è ovunque

PARE proprio che il terrorismo islamista stia cominciando a cercare di rendere la vita difficile a tutti coloro che lo combattono. O che in qualche modo lo ostacolano: senza voler creare allarmismo, che non è mai utile se non al nemico, bisogna riconoscere che, specie dopo la proclamazione dello Stato Islamico da parte di Abu Bakr al-Bagdadi, i segnali sono in rapido aumento in tutto l’Occidente. Le segnalazioni di pericolo non mancano, e provengono in particolar modo da Paesi anglo-sassoni. Anche noi, in qualche misura, siamo già stati coinvolti. A parte la segnalazione di jihadisti dell’Isis che parlano un forbito italiano, ed a parte il proposito espresso dal Califfo di colpire e distruggere il Vaticano, pare che nei giorni scorsi i Servizi marocchini abbiano segnalato la scoperta e l’arresto di una banda di connazionali in possesso di piani per colpire simultaneamente San Petronio a Bologna, Sant’Antonio a Padova e il Duomo di Milano. Altri piani erano in elaborazione per colpire obiettivi in tutta l’Europa. In Canada, come riportano le agenzie, il messaggio di al-Bagdadi è già stato messo in atto, con mezzi diversi: prima, due islamisti hanno volontariamente investito un’auto con due militari canadesi in uniforme, uccidendone uno. 

IL GIORNO dopo, altri miliziani hanno aperto una sparatoria all'ingresso del Parlamento di Ottawa. Il capo della polizia britannica, sir Bernard Hogan-Hove, nei giorni scorsi in una conferenza ha affermato che già oltre 500 cittadini inglesi militano nell'Isis, e che mediamente ogni settimana altri cinque sono in viaggio per raggiungerli. Il controllo è difficoltoso per la porosità delle frontiere degli stati falliti. Ciò che preoccupa, dice sir Bernard, è che una delle tecniche per portare il terrorismo in Europa sono gli avvicendamenti: coloro che ritornano, hanno sempre un mandato. Questo, lo ha spiegato un pentito' inglese, un reduce di nome Hanif Qadr. Il ritornello prima del rientro è: «Uccidili. Se non puoi usare una bomba, usa una pallottola. Se non ce l'hai, colpiscili in testa con un mattone. Fai ogni cosa che puoi. Se non hai il mattone, almeno sputagli in faccia. Se non puoi fare nemmeno questo, significa che sei un cattivo musulmano». Può darsi si tratti solo di tecniche propagandistiche, ma non è certo il momento di rilassarsi.