Mercoledì 24 Aprile 2024

Il garage e la piazza

DA UNA PARTE il garage furbescamente riadattato a «fucina di idee» stile Steve Jobs, una di quelle cose che si vedono in film del genere «ritorno al futuro», dall'altra una piazza piena cortei e di bandiere rosse, una roba alla Pellizza da Volpedo e al suo Quarto Stato. Non c'è che dire, il primo colpo d'occhio è impietoso verso Susanna Camusso e i dirigenti sindacali che oggi con molta rabbia e molta dignità sfileranno contro il governo per le vie di Roma. La scelta della data, fatta qualche settimana fa dal sindacato rosso, per il momento si è rivelata un autogol. Al di là dei numeri che la Cgil riuscirà a produrre, il confronto tra un'Italia che, come dice Renzi, «guarda al futuro» e una che, anche con qualche ragione, ripropone gli stessi riti di una vita, offre uno spettacolo che prima che politico, è quasi «esteticamente» sbilanciato, all'occhio, verso la manifestazione fiorentina.

L'ELENCO dei partecipanti alla manifestazione di piazza San Giovanni (da Cofferati alla Bindi passando per Epifani) pare poi essere stato stilato da Renzi stesso per guadagnare punti nei sondaggi, come disse qualche settimana fa alludendo alle prese di posizione contro di lui da parte di Massimo D'Alema. Ma stavolta, a differenza delle Leopolde precedenti, c'é una novità, e non è di poco conto: Renzi governa l'Italia da quasi nove mesi. Quindi va bene parlare di futuro come il premier ama fare e ha sempre fatto, ripronendo lo schema della «rottamazione permanente», ma qualcuno inizierà anche a chiedergli di coniugare alcuni verbi anche al passato. Se non remoto per lo meno prossimo. In sostanza, tra oggi a domani, si tratterà di abbozzare anche qualche risultato dell'azione di governo, per quanto ancora molte delle riforme avviate siano del tutto in progress e di spiegare perché alcuni conti faticano a tornare, perché della ripresa non si avverte traccia, la spending review non decolla e la disoccupazione non si schioda di un millimetro. Se Renzi riuscirà convincemente a far questo, allora il confronto con la piazza della Camusso sarà vinto non solo dal punto di vista estetico, ma anche politico. Altrimenti resterà solo il solito gioco di luci e di specchi, buono per i giornali, e il grido della Camusso risuonerà un po' più forte e molto meno solitario.