Il buio oltre la porta

Gabriele Canè

DUNQUE, se non c’è il delitto perfetto, non esiste neppure la tragedia senza spiegazioni. Anche se ciò che abbiamo saputo ieri sullo schianto dell’Airbus tedesco è forse ancora più agghiacciante del mistero delle prime ore. Un uomo barricato in cabina, deciso a morire e a far morire, e l’impossibilità di fermarlo. Perché quella porta non si sfonda, non si apre, come il caveau di una banca. Perché dall’11 settembre in poi i sistemi di sicurezza che blindano la postazione dei piloti, sono talmente rigorosi che può succedere ciò che è accaduto all’aereo della Germanwings. Perché la tecnologia fa passi da gigante. Le esperienze, anche tragiche, come le Torri Gemelle costituiscono un insegnamento. Perché i test sono certamente professionali e approfonditi. Tutto vero. Ma ciò che nasconde la mente umana è più forte. E’ insondabile da qualunque strumento. Insomma, il trionfo (tragico) della follia sulla tecnologia. Anche quella tedesca, che già molte falle aveva mostrato con i guasti a ripetizione del jet della morte. Pare che Andreas Lubitz avesse avuto un periodo di depressione. Possibile. Ma nel volo di andata non era depresso. Non si è barricato.

E IN quello di ritorno non ha salito la scaletta a testa in giù e gambe per aria. Era normale. Tanto normale che il pilota gli ha lasciato la cloche ed è andato alla toilette. E allora viene da chiedersi: se il comandante non aveva la pipì, quella povera gente sarebbe ancora viva? Chissà? Forse sì. Forse avrebbe scelto un altro volo per il suo gesto kamikaze. O forse quell’ombra nera sarebbe passata per sempre, e Andreas sarebbe andato in pensione con tutti gli onori, e senza neppure la memoria di un periodo in cui la sua mente aveva vacillato. Così non è stato. Lui chiuso il cabina. Il comandante che bussa, poi invoca, minaccia, batte i pugni. Niente da fare. E’ blindato. Fino allo schianto. Con l’unica consolazione che per i passeggeri pare non siano stati 8 minuti interminabili di calvario, ma solo pochi attimi. Adesso, però, traiamo almeno un insegnamento pratico: che le cabine di pilotaggio non siano mai lasciate in mano a una sola persona, e che in questo caso la porta possa e debba avere una chiave di apertura. Piccole cose, dettagli. Che fanno però la differenza tra 150 morti e la vita. Sempre che sia questa la…spiegazione perfetta.