Mercoledì 24 Aprile 2024

I misteri del cielo

ALLO chalet delle guide tutti i giorni appendono la sentenza: «Tante nuvole, ma il sole si farà vedere. Se cambia idea non prendetevela con noi». Siccome lassù a Nord Ovest negli ultimi tempi fa sempre brutto cercano di essere spiritosi e i rigagnoli di turisti intrappolati nella peggior stagione di sempre alla fine se la prendono anche con loro. Quei dispacci laconici sugli umori del cielo sono una droga. Non basta il giornale, non bastano le miss delle isobare e i colonnelli dell’aeronautica. La gente pretende di essere raggiunta da messaggi forti. Ha fame di certezze raccontate con aggettivi esagerati sulla cosa meno certa che possa condizionare la vita di un essere umano. E rivendica il diritto di potere recriminare se la tempesta prevista non è all’altezza della situazione. Sono piccole soddisfazioni, stesso ordine di grandezza degli oroscopi senza però la sponda dell’ascendente. Il clima è impazzito? Benissimo, ma allora facciamone un’epopea. Questa isteria meteorologica offre due vantaggi: ci rende tutti un po’ protagonisti e ci consente di appoggiarci a una verità affermata da altri. Se nessun parere può essere meno sicuro di quello di cui disponiamo, allora diventa inevitabile fidarsi del colonnello, della miss, e dell’astrologo. 

SAPERE che se siamo tristi è colpa del tasso di umidità è una forma di delega compensatoria, come dire che la responsabilità di un dissesto finanziario è di Saturno in terza casa. Preferiamo una voce autorevole alla vocetta smarrita che blatera dentro di noi: arriverà Caronte e bruceremo vivi. Non basta rassegnarsi all’estate, bisogna trovare un colpevole. 

L’ANTICICLONE africano è perfetto e sapere da un esperto che gli anticicloni si lasciano dietro mitragliate di grandine rende la faccenda eccitante. I più incontentabili cercano il contadino che in estate fa il censimento delle api per capire se l’inverno successivo nevicherà, o addirittura se il mondo è sull’orlo dell’estinzione, ma tutti ormai ci siamo sganciati dalla fruizione utilitaristica delle previsioni. Certo ci interessa ancora sapere se pioverà durante la gita. Il punto però è questa necessità di controllare gli eventi più o meno sensati che stanno per abbattersi sulla nostra testa e la convinzione che da soli non ce la possiamo fare.