I mal di pancia di Conte Il futuro e azzurro tenebra

SONO ricorrenti, i mal di pancia di Conte. Non è facile neanche riassumerli tutti. La richiesta di maggior spazio per la nazionale rispetto ai club (quando da allenatore della Juventus non era stato esattamente della stessa idea), lo sfogo di Genova dopo l'uno a zero sull'Albania («La nazionale è vista solo come un fastidio»), la questione del collegamento con i suoi colleghi che ha spinto la federazione ad organizzare un incontro, mai avvenuto prima con questa modalità d'urgenza, fra il commissario tecnico e i suoi colleghi a Milano nel dicembre scorso, il rapporto complicato e le ruggini con la Juventus, polemica esplosa prima dell'amichevole di Torino con l'Inghilterra, anche lì con malumore evidente da parte del tecnico azzurro, accentuato dal caos per l'infortunio fantasma di Marchisio. E ora si torna a parlare, ipotizzare, sospettare di possibili dimissioni da parte del sostituto di Cesare Prandelli. L'ultimo nodo riguarda la sua posizione nell'inchiesta di Cremona sul calcioscommesse. Conte è già stato condannato dalla giustizia sportiva (10 mesi in primo e secondo grado, ridotti a tre mesi e 20 giorni al Tnas, tribuinale sportivo in terza istanza) per omessa denuncia in riferimento alla combine di Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011, finita 1-0. Una sentenza sempre contestata dall'allenatore, che definì il suo coinvolgimento «agghiacciante», in conferenza stampa. Nel procedimento penale in corso a Cremona da quattro anni, Conte figura nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. I suoi avvocati, in questi giorni, spinti anche dalle indiscrezioni sugli interrogatori di Ilievski, il capo della banda degli «Zingari», che sembrano favorevoli a Conte, hanno presentato una memoria con richiesta di archiviazione, o con la proposta alternativa di un giudizio immediato. «Antonio Conte vuole restare alla guida della nazionale, ma a mente serena, è per questo che abbiamo avuto il mandato di chiudere la vicenda al più presto», la spiegazione dell'avvocato Cammarata, uno dei due legali del ct. Per non rischiare di arrivare agli Europei del 2016 con quest'ombra sulla testa, Conte vorrebbe arrivare a una conclusione, e punta all'archiviazione, il prima possibile, anche entro giugno. E' possibile chiedere tempi personalizzati alla magistratura? La questione procedurale è complessa. In caso di rinvio a giudizio o di slittamento dei tempi dell'inchiesta di Cremona, ecco che Conte, alla luce anche delle dichiarazioni del suo legale («Conte non vuole sottrarsi, chiede che la sua posizione venga valutata subito, non siamo in grado di aspettare il processo», ancora l'avvocata Cammarata), potrebbe dimettersi. Resta tormentata, la sua agiatissima, per quanto riguarda l'ingaggio, vicenda azzurra. Alessandro Fiesoli