Il fantasma dell'helicopter money

Una pioggia di liquidità direttamente sui cittadini: l'ipotesi che rispunta ogni volta che la crisi si fa dura

Banconote, euro (foto Olycom)

Banconote, euro (foto Olycom)

Roma, 7 aprile 2016 - E’ tornato a farsi vivo il fantasma dell’helicopter money. Fantasma perché sono decenni che se ne parla, molti giurano che sarebbe la soluzione di tutto. Ma non è vero. Finora siamo solo alle battute. Chi aveva rilanciato l’helicopter money era stato il precedente presidente della Federal Reserve americana, Ben Bernanke (giustamente sopranominato, dopo, helicopter Ben). Bernanke, uno dei maggiori studiosi mondiali delle recessioni, aveva dichiarato che pur di non vedere l’America in recessione sarebbe andato personalmente a gettare dollari sulle città americane con un elicottero. Per fortuna non c’è stato bisogno di arrivare a tanto. Ma il fantasma dell’helicopter money rispunta fuori ogni volta che la crisi si fa dura. Un economista italiano, Vaciago, ha anche introdotto una variante interessante: distribuiamo soldi, ma con scadenza a tre mesi. Vanno spesi cioè entro 90 giorni.

LA FRASE DI VISCO "Helicopter money? Nessuna misura può essere esclusa a priori"

In Europa, da tempo, c’è chi sostiene che la Bce per combattere il pericolo della recessione dovrebbe semplicemente procurarsi gli elenchi, città per città, dei cittadini meno abbienti e poi versare direttamente sui conti correnti di queste famiglie dei soldi. La questione, poiché la Bce ha appena dichiarato che si farà qualunque cosa per impedire una nuova recessione in Europa, è tornata a galla in queste ore. In realtà, prima di arrivare a tanto (dopo c’è solo la distribuzione diretta di pane e carne), la Bce ha ancora molte armi nel suo arsenale. E ha fatto capire (ai mercati) che non esisterà a usarle.

Per ora, quindi, è escluso che qualcuno possa vedere arrivare sul proprio conto corrente qualche migliaio di euro, partiti da Francoforte e con gli omaggi di Draghi. Non se ne parla proprio. E’ vero invece che la stessa Bce continua a lanciare allarmi: la situazione economica internazionale non è tranquilla, e l’Europa ha fatto poco per mettersi in condizione di farvi fronte. Ma i politici europei preferiscono discutere di tutto, meno che di quello che dovrebbero fare. E la colpa è anche un po' di Draghi, che finora con le sue acrobazie finanziarie li ha sempre salvati. Sta diventando chiaro, ad esempio, che senza il famoso QE di Draghi (sul quale molti esperti hanno fatto pesanti ironie) l'Europa sarebbe già in recessione e vi starebbe per almeno un paio d’anni.

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