Giovedì 18 Aprile 2024

Hagel, la prima vittima ai piani alti del Pentagono

Missili, droni, tagliagole e Ebola esplosi tutti insieme hanno prodotto la prima vittima anche ai piani alti del Pentagono. Le dimissioni “improvvise” del ministro della difesa americano Chuck Hagel rimasto in carica meno di due anni, dopo la sostituzione di Leon Panetta, sono l’ultimo “obbedisco” del valoroso veterano del Vietnam al presidente Obama che di fatto gli ha chiesto di lasciare. Amato e rispettato dalle truppe, indipendente nei giudizi, critico sul modo col quale gli Usa hanno gestito in modo inconcludente la crisi siriana, contrario all’uso di altre truppe combattenti sui terreni di guerra appena abbandonati come l’Iraq e l’Afghanistan, Hagel si è trovato forse in rotta di collisione con i generali a 4 stelle che non hanno mai gradito fino in fondo la sua drastica politica di ristrutturazione del Pentagono basata su meno uomini e più tecnologie, meno budget e più cooperazione con gli altri alleati della Nato e di fatto una rinuncia agli scenari tradizionali in Medio Oriente e nel Golfo per intensificare la presenza e l’influenza nel Pacifico vero teatro delle prossime sfide e dispute marittime e commerciali dei prossimi decenni.

L’urgenza con la quale Obama ha chiesto a Hagel di lasciare proprio adesso, nonostante la contrarierà del presidente nel prendere decisioni al caldo della sconfitta elettorale di medio termine, forse prelude ad una scelta forte e non di transizione che ha intenzione di fare per i prossimi due anni di permanenza alla Casa Bianca, ma potrebbe essere anche un ramo d’ulivo e uno strumento di negoziato nei confronti dei repubblicani chiamati ad approvare la nomina del successore che potrebbe cadere nuovamente su uno di loro magari come contropartita per ulteriori finanziamenti sia sull’Iraq che sull’Afghanistan dove il ritiro per colpa dell’Isis sembra avere tempi più lunghi del previsto. Ma il vero “scontro” del ministro della difesa più che coi generali a budget dimezzato è avvenuto col consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che non ha apprezzato affatto come il Pentagono ha gestito la lotta solo dei droni ai terroristi dell’Isis.

Hagel 68 anni, lascia comunque a testa alta e il presidente gli ha riconosciuto un grande onore delle armi sperando che anche lui, appena fuori dal Pentagono, non scriva un libro al vetriolo come fece il suo predecessore Leon Panetta. Tra i vari nomi per suo il rimpiazzo, il più ricorrente è quello di Michele Flournoy, già capo delle politiche del Pentagono nella prima amministrazione Obama che potrebbe diventare il primo segretario della difesa dell’intera storia Usa.