Giovedì 25 Aprile 2024

Hacking Team ammette: "Nostra tecnologia è fuori controllo". Verifiche su software 007 italiani

La società italiana che vende software-spia a governi di tutto il mondo è stata vittima di un pesante attacco hacker il 6 luglio: "Terroristi, estorsori ed altri possono implementarla a volontà". Massolo (Dis): "Potenziare il nucleo per la sicurezza cibernetica"

Un hacker al lavoro, contro la Russia ce ne sono almeno trecentomila

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Roma, 9 luglio 2015 - In un comunicato ufficiale Hacking Team ammette: "Abbiamo perso la capacità di controllare chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori ed altri possono implementarla a volontà. Crediamo sia una situazione estremamente pericolosa, è oramai evidente che esiste una grave minaccia". "Prima dell'attacco potevamo controllare chi aveva accesso alla nostra tecnologia. Ora, a causa del lavoro di criminali, abbiamo perso la capacità di controllare chi la utilizza", spiega Hacking Team, la società italiana che vende software-spia a governi di tutto il mondo, vittima di un pesante attacco hacker il 6 luglio. 

RCS - "Stiamo valutando se è possibile contenere i danni - aggiunge - i nostri ingegneri lavorano a ritmo serrato per aggiornare il nostro software Remote Control System che permette ai clienti di avere informazioni di intelligence e su criminali. I nostri clienti hanno sospeso l'uso di questo sistema che è stato compromesso dall'attacco. È un passo importante per proteggere informazioni investigative e di polizia", conclude il comunicato della società.

VERIFICHE SU SOFTWARE 007 - Ci sono verifiche in corso in merito all'impatto dell'attacco subito dalla società Hacking Team sui software utilizzati dai servizi segreti italiani. Lo ha detto - a quanto si apprende - il direttore del Dis, Giampiero Massolo, chiamato a riferire al Copasir sul caso. Il rischio è infatti che dati della nostra intelligence siano stati hackerati. L'Aise, a quanto si apprende, ha usato i software spia prodotti dall'Hacking Team. Ha smesso di usarli una volta diffusa la notizia dell'attacco subito dalla società tre giorni fa. E, dai primi monitoraggi fatti, non risulterebbe che dati in possesso dell'Agenzia siano stati violati.

PARLA IL DIS - Sulla sicurezza cibernetica bisogna "finirla con i lavori in corso e passare all'operatività", ha detto Massolo, intervenuto ad un convegno organizzato dal Centro studi difesa sicurezza (Cestudis). La sicurezza cibernetica, rileva Massolo, "è una fabbrica infinita, si costruisce modularmente, piano a piano e così come la rete internet è illimitata, illimitati sono i rischi contro cui occorre attivarsi". 

NUCLEO SICUREZZA -  Per il direttore del Dis, "ora si apre una fase nuova: bisogna chiudere progressivamente il gap tra forma e sostanza ed applicare le norme esistenti". Il centro del sistema, spiega, "è il Nucleo per la sicurezza cibernetica", costituito presso l'Ufficio del consigliere militare del presidente del Consiglio. L'organismo svolge una funzione di raccordo tra i diversi attori istituzionali che operano nel campo della sicurezza cibernetica (Ministeri, agenzie d'intelligence, Protezione civile, Agenzia Italia digitale) ed ha il compito di sviluppare attività di prevenzione ed allertamento in caso di attacchi informatici. Il Nucleo, aggiunge Massolo, "deve crescere".