Rivoluzione Gucci, addio arroganza per una nuova spiazzante libertà

La collezione autunno-inverno 2015-2016 ribalta l'immagine del brand ultralusso virando sul genere street e sul miscuglio di genere. Il presente e il futuro della maison ora hanno una nuova veste

Gucci, collezione autunno-inverno 2016 (OLYCOM)

Gucci, collezione autunno-inverno 2016 (OLYCOM)

Milano, 25 febbraio 2015 - Spiazzante. Fin dalla location, tutta trasformata in una sferragliante stazione della metropolitana, lontana anni luce dai salotti glamour della vecchia era di Gucci. Spiazzante, e tutto nuovo. Come promesso dal direttore creativo Alessandro Michele, lo stilista romano cresciuto dentro la Gucci che ha ricevuto l'imput di rifondare il brand e di attualizzarlo dal presidente Marco Bizzarri e che oggi ha debuttato con la collezione inverno 2015-2016 che sembra tirata fuori da un vecchio baule. E per questo è molto attuale. Perché Michele va al di là del vintage, calcando la mano su quella moda da strada che tanto lo appassiona e su quel miscuglio di genere maschile/femminile che senza dubbio conquisterà i clienti più giovani della doppia G fiorentina.

“Ho cominciato a lavorare a modo mio, con la musica alta, tanta confusione nel mio studio e con meno regole - racconta Alessandro Michele ricordando gli anni in cui ha iniziato con Frida Giannini un percorso professionale che oggi lo vede vincitore - ho delle urgenze emotive, mi piace cambiare di corsa tutto, con il mio stile non voglio provocare nessuno, solo raccontare un mondo che già esiste”. Appassionato di steet style perché “io per lavoro me ne starei tutto il giorno in un bar a prendere un cappuccino e guardare la gente che passa”, Michele ha ripreso poco i codici della maison più classici salvando solo la tela logata per la borsa-reliquia a modello unico e le due G d'oro sulla cintura che le modelle indossano sui pantaloni maschili anche rossi abbinati alla camicia di seta bordò. “Sono coccolatissimo e ho assoluta libertà di azione”, confida lo stilista di Gucci che nel backstage dopo gli applausi riceve i complimenti del presidente del Gruppo Kering, che possiede il marchio Gucci, Francois Henry Pinault, e della moglie Salma Hayek, già col basco in testa come i modelli e le modelle del defilè. Che ha visto in passerella anche maschi sempre un po' efebici, in bluse di chiffon svolazzanti e completi giacca e cravatta ma a fiori.

Per la donna di Gucci del prossimo inverno ciabatte di pelle con l'interno di pelliccia, sottovesti trasparenti di pizzo chantilly color nudo, abiti plissettati e fioriti, visoni della nonna, gonne ben sotto il ginocchio, sui capelli lisci un tralcio di fiorellini di seta, facce pulite e nessun gioiello. Una donna nel mood già tracciato per l'uomo a gennaio scorso, straniante, spiazzante, libera di vestirsi anche con un po' di casualità, proiettata nel presente, con poca nostalgia del passato, scarso interesse per il futuro e assoluta indifferenza ai codici classici del lusso ostentato e da bellone arroganti.