Martedì 23 Aprile 2024

Grecia, ecco cosa succederà in caso di default

Dal 1 luglio se Atene non rimborserà gli 1,6 miliardi di euro che deve al Fmi entrerà in default. Secondo gli esperti potrebbero scatenarsi forti turbolenze sui mercati finanziari

Yanis Varoufakis (Ansa)

Yanis Varoufakis (Ansa)

Roma, 27 giugno 2015 - La Grecia a un passo dal dramma. Dal primo luglio, se non rimborserà gli 1,6 miliardi di euro che deve al Fmi, Atene entrerà in default e la stessa Fmi non intende concedere nessun "periodo di grazia". A quel punto cosa succederà?

TURBOLENZE NEI MERCATI FINANZIARI - Secondo gli esperti il default scatenerà forti turbolenze sui mercati finanziari, sulla cui entità, non essendoci storicamente nessun metro di confronto, gli analisti fanno fatica a pronunciarsi con sicurezza. Inevitabilmente il timore di una Grexit provocherà una corsa agli sportelli delle banche da parte dei risparmiatori greci (peraltro già iniziata) e le autorità di Atene per frenare la fuga di capitali saranno costrette a introdurre forti controlli sui flussi finanziari bancari. Inoltre il default riguarderà sicuramente il mancato pagamento dei debiti all'Fmi, mentre non scatterà automaticamente sui prestiti dell'Eurozona alla Grecia.

SPREAD - La 'Grexit' avrebbe anche una conseguenza immediata sullo spread tra Btp e Bund, che attualmente è a livello di sicurezza intorno a quota 120-130 punti, facendolo innalzare intorno a quota 300 o anche più. Inevitabilmente anche il rendimento dei Btp, che ora è sotto il 2%, s'impennerebbe, facendo lievitare i costi di finanziamento del nostro Paese e dunque frenando la ripresa economica e facendo salire il debito.

Il Qe della Bce è uno scudo in questo senso e la credibilità dell'Italia è aumentata in questi ultimi 2-3 anni, ma il contraccolpo sarebbe comunque consistente e sicuramente costoso. Inevitabile anche una coda negativa in borsa, dove in particolare i titoli bancari subirebbero riflessi negativi. Soffrirebbero in particolare gli istituti più esposti con la Grecia. In questo senso al primo posto c'è la Germania esposta per oltre 31 miliardi di dollari, segue la Francia con 21 miliardi, il Regno Unito con 15 miliardi, la Svizzera con oltre 4 miliardi. E l'Italia? Secondo i dati Bri rilasciati all'inizio dell'anno, le banche italiane hanno un'esposizione molto bassa, poco sopra quota zero, ma in compenso sono imbottite di bond governativi, che inevitabilmente subirebbero un contraccolpo negativo. 

PRESTITI D'EMERGENZA - L'altro punto interrogativo riguarda la liquidità di emergenza per le banche greche (Ela) concessa dalla Bce, che di fatto costituisce l'unica vera fonte di entrate finanziarie su cui attualmente Atene può contare. In caso di default l'Eurotower potrebbe congelare o ridurre questo tetto sui prestiti di emergenza alle banche, oppure potrebbe rafforzare l'haircut e cioè lo sconto che applica ai collaterali che le banche greche forniscono a garanzia dei prestiti. A luglio e ad agosto il governo di Atene dovrà rinnovare 6,8 miliardi di euro di bond in mano alla Bce. Inoltre dall'Unione europea potrebbero arrivare richieste a sospendere il pagamento dei fondi destinati alla Grecia, così come potrebbe esserci la richiesta da parte di Atene di aiuti umanitari, non solo a Bruxelles, ma anche a Mosca e Pechino. Per finanziare le proprie attività, in mancanza di finanziamenti dall'estero, il governo greco potrebbe decidere di introdurre una moneta parallela, magari reintroducendo la dracma, prefigurando l'uscita dall'euro.

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