Venerdì 19 Aprile 2024

«Gli onesti non votano per Renzi»Landini insulta, il Pd s'infuria

Alessandro Farruggia ROMA MATTEO Renzi non ha il consenso degli onesti. È dirompente la frase che sfugge al leader della Fiom, Maurizio Landini, intervistato da SkyTg24 mentre partecipa alla manifestazione a Napoli. Una frase che è un boomerang: colpisce chi l'ha lanciata. Le parole del segretario generale della Fiom che prima tenterà di smentire e delle quali poi, vista la presenza di una registrazione tv, sarà costretto a scusarsi sono infatti tanto infelici quanto chiarissime. «Le politiche del governo dice Landini sono sbagliate. Riportano il lavoro a come era 150 anni fa. Renzi sbaglia. Deve rendersi conto che oggi lui il consenso di chi lavora, dei giovani che stanno cercando lavoro e delle persone oneste in questo Paese, lui non ce l'ha. E allora deve decidere da che parte stare». APRITI cielo. Il primo a replicare è stato il presidente del Partito democratico, Matteo Orfini: «Dire che il governo non ha il consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono. Spiace che a farlo sia un sindacalista». Poco dopo è la volta di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. «Io personalmente mi ritengo una persona molto onesta, non onesta, di più». E anche dal sindacato non mancano voci critiche. «Non bastavano i toni consoni ai talk show. Le parole pronunciate dal segretario generale della Fiom sono gravi attacca il segretario generale della Fim Cisl, Fabrizio Bentivogli , un sindacalista ha il dovere di rispettare tutti i lavoratori, il settarismo è segno di mancanza di argomenti». In difesa di Landini scende, e non capita spesso, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Sulla frase di Landini si è scatenato un polverone. Vedo che ci sono persone che hanno come unico scopo quotidiano quello di creare contrapposizioni con l'iniziativa dei lavoratori». «Un polverone su una frase infelice» twitta il leader di Sel, Nichi Vendola. E intanto Carmelo Barbagallo, eletto ieri nuovo segretario generale della Uil, dà al premier del «cantastorie»: «Ne racconta sempre una. Sono preoccupato». Ma a Landini non resta che fare marcia indietro. «La maggioranza delle persone che lavorano dice a RaiNews24 non sono d'accordo con le politiche del governo. E mi sono permesso di dire che i lavoratori dipendenti sono senz'altro in quella parte onesta del Paese che paga le tasse. Non ho mai pensato, non è il mio pensiero, che chi non è d'accordo con la Fiom o non è lavoratore dipendente non è una persona onesta». «SE NON sono stato chiaro aggiunge me ne scuso e ritiro quanto detto, perché non ho intenzione di aprire polemiche assurde. Invito però a fare la stessa cosa: non a usare dichiarazioni a volte infelici per aprire una discussione che non è sul merito dei problemi». La ritirata tattica era dovuta, ma l'offensiva strategica permane: sul Jobs Act Landini resta sulle barricate ora e sempre. «Renzi dice infatti dal palco della manifestazione di Napoli non sta creando lavoro ma trasformando le condizioni di chi lavora in schiavitù». E che Renzi sia un novello schiavista, a sera Landini non lo aveva ancora smentito. Magari oggi.