Mercoledì 24 Aprile 2024

Giachetti: "Fiducia inevitabile. I ribelli? Saranno 15"

Il renziano vicepresidente della Camera: "Se cade il governo meglio. Alle urne sarebbe un plebiscito"

Renzi e Giachetti (Ansa)

Renzi e Giachetti (Ansa)

Roma, 26 marzo 2015 - GIACHETTI come finirà la telenovela dell’Italicum?

«Visto il clima che c’è nel Pd credo che la fiducia sarà inevitabile».

Renzi sarà l’unico a chiedere la fiducia su una legge elettorale assieme a De Gasperi.

«Sì, ma dal 1953 se ne sono fatte due, non quaranta».

Bersani parla di «pressione indebita», altri di «prepotenza».

«Renzi fa ciò che è legalmente e costituzionalmente previsto. Certo è un atto forte, ma è riferito alla legge elettorale che è l’elemento principale del suo programma. Il punto è: se voti la fiducia bene, sennò si va a casa».

Il percorso è: tre fiducie sui singoli articoli e probabilmente voto finale a scrutinio segreto. Quali numeri prevede?

«Non ho la sfera di cristallo. Ma non credo che la minoranza del Pd mandi a casa l’esecutivo per 30/40 preferenze in più o in meno. Non l’hanno fatto col Jobs Act che avrebbe avuto più senso...».

Quindi state sereni?

«Credo che rimarranno i 10-15 deputati più in vista a portare avanti una battaglia iperideologica sull’Italicum».

Non temete il voto segreto e i franchi tiratori?

«A me non cambia niente. C’è bisogno di chiarezza. Vogliono mandarci a casa? Bene».

Bene?

«Se hai un programma riformatore che pesta i piedi ai poteri forti sarebbe meglio avere il tuo gruppo leale. A Renzi glielo dissi prima che prendesse l’incarico: ‘Vai alle urne’».

Ora sarebbe diverso.

«Macché. Se Renzi cadesse e andasse al voto vincerebbe con un plebiscito. Ma lui non ci vuole andare e, infatti, mette la fiducia».

Renzi non vuole incassare l’Italicum e andare al voto anticipato?

«È una bufala sesquipedale. L’Italicum finché non c’è la riforma costituzionale vale solo per la Camera, eppoi al Senato?».

Si voterebbe col Consultellum.

«E a Renzi toccherebbero le larghe intese, mica gli basterebbe Ncd».

C’è chi adombra accordi con la minoranza sul Senato elettivo.

«Sarebbe impraticabile perché significherebbe ripartire da zero sulla riforma costituzionale».

Nessun patto?

«Si potrebbe andare avanti con la riforma e poi fare una modifica per cambiarne una piccola parte».

Torniamo ai ribelli. Se votano contro, espulsioni di massa?

«Civati non vota la fiducia da un anno ed è ancora nel Pd».

Se però fossero i responsabili della fine del governo...

«Beh, in quel caso dovrebbero trovare un’altra collocazione».

Insomma, una scissione?

«Fuori dal Pd non sarebbero nessuno. La loro popolarità dipende dal fatto di contrastare Renzi».

La vecchia guardia lavora per riprendersi la Ditta.

«Loro possono scalare, fare, volare... Ma devono essere leali come noi quand’eravamo minoranza».

Leali come con Letta?

«Il governo Letta non è mica saltato per colpa di Renzi».

Enricostaisereno, si ricorda?

«Non c’entra. Il Pd si accorse che stavamo precipitando...».

Intanto sembra che Letta stia preparando la rivincita assieme a Prodi.

«Scenari apocalittici. E comunque il popolo di centrosinistra non credo sarebbe felice di veder tornare in campo Bersani, D’Alema, Letta che ci portarono solo al 25%».

Altro scenario apocalittico: se Renzi cade, arriva Draghi.

«(Ride) Anche lui dovrebbe avere la maggioranza».