Intifada dei coltelli, Netanyahu: "Israele regolerà i conti". Nuove aggressioni: 5 morti

Si è aggravato a tre israeliani morti e 22 feriti il bilancio dei quattro attacchi avvenuti a Gerusalemme e nella città israeliana di Ranana. Inoltre due aggressori palestinesi sono stati uccisi dagli spari delle forze di sicurezza. Haifa, ebreo accoltella altro ebreo scambiato per arabo

La polizia israeliana sul bus dell'aggressione a Gerusalemme Est (Ansa)

La polizia israeliana sul bus dell'aggressione a Gerusalemme Est (Ansa)

Gerusalemme, 13 ottobre 2015  - "Non esiterò a usare tutti i mezzi del nostro arsenale per riportare la calma". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu, secondo quanto riportato dai media locali. Israele "regolerà i conti con gli assassini, con coloro che cercano di uccidere e coloro che li aiutano", ha aggiunto il premier parlando in una sessione speciale della Knesset (il Parlamento) per discutere sulla situazione di violenza nella regione. "Non solo revocheremo i loro diritti, ma dovranno pagare il prezzo esatto", ha aggiunto. Per tutta risposta. Hamas ha fatto sapere felicitarsi per la "intifada dei coltelli", ossia per gli attacchi anti-israeliani di oggi. Sul web è intanto apparso un poster in cui le Brigate al-Qassam (ala militare di Hamas) si dicono pronte "a scacciare gli occupanti". 

MA IL GOVERNO PALESTINESE NEGA - Il governo palestinese, dal canto suo, nega sia in corso una terza intifada per liberare Gerusalemme. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri palestinese, Riad al Malki, spiegando che il governo è in contatto con i vari forum internazionali in cerca di sostegno per frenare l'escalation di violenza in Cisgiordiania e a Gerusalemme est. "Non esiste una terza intifada. Il premier Netanyahu sta cercando di istigare a una nuova intifada, spingendo i palestinesi allo scontro, ma noi vogliamo evitarlo e non dare (a Israele) quella soddisfazione", ha dichiarato al-Malki durante la cerimonia a Ginevra dove è stata issata la bandiera palestinese sulla sede delle Nazioni Unite. "L'unica soluzione per placare l'escalation di violenza è chiedere l'intervento del Consiglio di sicurezza dell'Onu" ha commentato al-Malki annunciando che a breve sarà convocata una sessione speciale del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, per prendere posizione contro l'escalation di attacchi tra israeliani e palestinesi.

Il ministro palestinese ha accusato Netanyahu di questa situazione, nata dopo che Israele ha improvvisamente cambiato le regole per accedere alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme est, luogo sacro sia per gli ebrei e musulmani, ma sotto il controllo totale delle forze israeliane. "Con questa decisione Netanyahu sta provocando uno scontro e l'escalation di violenza", ha spiegato al-Malki, esortando il primo ministro israeliano "a tornare allo status quo. Noi garantiremo che ogni palestinese che entra nella Spianata entra solo per pregare". L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione nell'ultimo mese per cui le bandiere degli Stati osservatori, non membri dell'organizzazione, possono sventolare presso la sede e sugli uffici in tutto il mondo. "Speriamo che questo sia un passo avanti per la creazione dello stato e la sovranità palestinese", ha commentato il ministro ricordando che Israele proibisce di issare la bandiera nelle aree che controlla e che "molti palestinesi sono stati uccisi per aver tentato di farlo".

LA GIORNATA DI SANGUE - Le dure parole di Netanyahu sono arrivate dopo un'altra giornata ad altissima tensione, sia a Gerusalemme, sia nei territori occupati. Sono salite a tre le vittime dei due attentati di stamane, più altre due (gli aggressori palestinesi uccisi dagli spari delle forze di sicurezza). Almeno 22 i feriti. Tra i morti anche il rabbino Yeshaye Krishevsky, 59 anni. Due delle vittime sono state uccise nell'attentato sull'autobus, il religioso in quello compiuto con un'auto lanciata contro la fermata del bus. Le aggressioni sono avvenute quasi in contemporanea. In uno degli episodi un uomo ha investito intenzionalmente alcune persone a Gerusalemme e poi è sceso dall'auto con un coltello provando ad accoltellare i passanti. Tre le persone ferite, mentre l'aggressore è morto colpito da una gente di sicurezza. Il Yeshaye Krishevsky non è sopravvissuto alle ferite. Pochi minuti prima almeno 8 persone erano rimaste ferite all'interno di un autobus cittadino in un quartiere-insediamento ebraico, in territorio occupato, quando un palestinese ha cominciato a pugnalare varie persone, prima di riuscire a scendere dal mezzo e attaccare altri in strada. L'uomo è stato 'neutralizzato'. Inoltre nelle prime ore di stamattina un altro accoltellamento era avvenuto nella città israeliana di Ranana, a nord di Tel Aviv, e in questo caso erano rimasti feriti l'aggressore palestinese e l'israeliano aggredito. 

IL BILANCIO Dallo scorso 3 ottobre sono stati registrati 18 accoltellamenti o tentativi di accoltellamenti da parte di palestinesi verso israeliani e in un caso un estremista ebraico ha compiuto un attacco armato di coltello, ferendo quattro arabi nella città israeliana di Dimona. La regione vive questa ondata di violenze dal 1° ottobre, quando due coloni ebrei sono stati assassinati nel territorio occupato della Cisgiordania: a quell'episodio sono seguiti rivolte e disordini, oltre che una serie di accoltellamenti il cui bilancio è di 32 morti, di cui 28 palestinesi e quattro israeliani.

HAIFA, EBREO ACCOLTELA EBREO: SCAMBIATO PER ARABO - Il clima di tensione è infine bene esplicato dal caso di Haifa, dove un ebreo israeliano è stato accoltellato da un compatriota ebreo a Kiriat Ata, nel nord di Israele. L'accoltellamento è avvenuto in un negozio di mobili, forse per errore perché pare che l'aggressore intendesse accoltellare un arabo.