Gaza: Abu Mazen condanna le esecuzioni sommarie, ma Hamas giustizia altre 4 'spie'. Casa rasa al suolo / FOTO

Raid di Israele sulla Striscia, distrutta un'intera famiglia (FOTO). E Hamas continua a lanciare razzi. L'Egitto chiede alle parti di riprendere i negoziati al Cairo

Un raid israeliano sulla Striscia di Gaza (Reuters)

Un raid israeliano sulla Striscia di Gaza (Reuters)

Gaza, 23 agosto 2014 - Il presidente palestinese Abu Mazen chiede a Tel Aviv un "immediato" cessate il fuoco nella Striscia di Gaza per porre fine alla continua uccisione di civili, ma condanna anche le esecuzioni sommarie dei presunti collaborazionisti di Israele da parte di Hamas. Condanna che, però, non sembra aver sortito alcun effetto visto che, secondo quanto riporta l'agenzia palestinese Maan, l'organizzazione palestinese "ha giustiziato altri quattro presunti collaboratori".

ESECUZIONI ILLEGALI - Eppure proprio questa mattina il segretario dell'ufficio di presidenza dell'Anp, al-Tayyib Abd al-Rahim, aveva definito queste esecuzioni "illegali" e al "di fuori del sistema giuridico palestinese". Il capo dello staff del presidente Abu Mazen aveva anche accusato Hamas di aver "represso la dissidenza". "Sono state esecuzioni a sangue freddo e in base alla legge di Hamas, che è: 'chi non è con Hamas è contro di noi'", ha rincarato la dose Abd al-Rahim, affermando che alcuni degli uccisi "erano incarcerati da oltre tre anni". Secondo il responsabile palestinese, "Hamas ha sparato sui piedi di molti che chiedevano al movimento di accettare il cessate il fuoco, altri sono stati messi agli arresti".

In precedenza lo stesso Abu Mazen, in conferenza stampa dal Cairo, aveva lanciato un appello chiedendo a "tutte le parti" di "assumersi le proprie responsabilità per fermare il bagno di sangue e arrivare a un cessate il fuoco duraturo". ​L'Egitto ha quindi chiesto ufficialmente a israeliani e palestinesi di riprendere i negoziati indiretti al Cairo e di stabilire un cessate il fuoco per consentire i colloqui.

FAMIGLIA DISTRUTTA - Cinque persone di una stessa famiglia palestinese, padre madre e tre figli, sono morte in seguito a un nuovo raid israeliano sulla Striscia di Gaza (FOTO). Il bombardamento ha colpito un'abitazione ad Al-Zawayda, nei pressi del campo profughi di Nusseirat. I medici dell'ospedale Al-Aqsa a Deir al-Balah hanno riferito che le cinque vittime appartenevano alla stessa famiglia: un uomo di 28 anni, la moglie di 26, i loro tre figli. L'esercito israeliano ha comunicato di aver sferrato nelle ultime ore 20 attacchi aerei su Gaza e che dalla Striscia sono stati sparati tre razzi che hanno colpito il Sud dello Stato ebraico, nei pressi del confine. Un altro raid è stato segnalato sulla località di al-Qarara, dove secondo la Maan è stata pure centrata una palazzina. Un portavoce militare israeliano, citato dal sito Ynet, ha da parte sua parlato di una trentina di obiettivi, indicati come rifugi delle fazioni armate di Gaza, colpiti fin dalla notte dall'aviazione con la stella di Davide: inclusa una moschea che - secondo lo stesso portavoce - risulterebbe essere stata utilizzata a scopi bellici. 

TRISTE CONTA - Secondo l'agenzia palestinese Maan, il bilancio dei raid israeliani odierni è di "12 morti, inclusi cinque membri di una stessa famiglia". Numero che porta a 2.105 il totale delle vittime dall'inizio del conflitto, 47 giorni fa. Secondo le Nazioni Unite, invece, sono morti 2.097 palestinesi, di cui oltre 1.400 civili. Le vittime israeliane sono state 68, di cui 4 civili.

RAZZI DALLA STRISCIA - Ancora lanci di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele in mattinata, secondo quanto riferiscono i media online israeliani. Tre ordigni - scrive il sito Ynet - sono esplosi in particolare in aree disabitate della regione del Neghev, mentre un quarto è stato intercettato in volo dalle batteria anti-missile Iron Dome sull'abitato di Sdot Neghev. Le sirene d'allarme sono inoltre risuonate di nuovo nell'area di Asqhelon, lungo la costa mediterranea alcune decine di km a sud di Tel Aviv, dove la gente è tornata nei rifugi.

OK DI HAMAS ALL'ADESIONE AL CPI - Hamas ha firmato la proposta del presidente Abu Mazen che apre la strada ad una richiesta di adesione palestinese alla Corte penale internazionale (Cpi): in questo modo le autorità palestinesi potranno perseguire legalmente lo Stato di Israele, è stato spiegato. Hamas "ha firmato il documento per il quale il presidente aveva chiesto la firma di tutti i movimenti palestinesi prima di firmare lo Statuto di Roma, che renderà possibile l'adesione della Palestina alla Corte penale internazionale", ha scritto Mousa Abu Marzuk, numero due dell'ufficio politico di Hamas, sulla sua pagina Facebook. Lo Statuto di Roma è il trattato istitutivo della Corte penale internazionale, che ha sede all'Aja.