Martedì 23 Aprile 2024

Follie normative

NEI MOMENTI difficili non si sa più quali pesci pigliare. Quando, a sgambettare i cittadini, ci si mettono pure le lingue antiche, il dubbio che qualcuno l’abbia con noi si fa palese. Potrebbe capitare di vedere l’accesso alle pescherie riservato ai soli detentori di diplomi in materie classiche e umanistiche. Gli specializzati in lingue moderne e materie tecnico-scientifiche, sarebbero dirottati verso la vicina macelleria o alla polleria all’angolo. Se una sera v’invitassi a cena, potrei servirvi un ottimo Dicentrarchus labrax all’isolana o un Xiphias gladius cunzato. Sono certo vi lecchereste i baffi. Ma mi prendereste per matto. Consentitemi dunque di dubitare delle facoltà di chi ha stabilito, per normativa europea, che sui cartellini identificativi del pescato vada riportato anche il nome scientifico in latino. Un esercizio cui persino il barbuto Charles Darwin si sottrarrebbe volentieri. Vi dico come la penso e vediamo se convenite con la mia idea: sono stanco di tirare il carretto tra mille difficoltà e trovarmi a combattere con ostacoli burocratici di ogni tipo e leggi fatte con i piedi, mentre categorie baciate dalla lobby del momento (leggi il sistema bancario tanto per fare un esempio), prosperano ed escono dal baratro in un battibaleno. 

SE QUALCUNO avesse poi amicizie altolocate, alle quali rappresentare l’assurdità del provvedimento comunitario, si sentirebbe rispondere che l’ha stabilito l’Europa. Come se il consesso europeo fosse un oracolo infallibile e non un’assemblea di eletti dai cittadini, capace di mettere in ginocchio nazioni come la Grecia con condotte assai poco comunitarie. Quando un provvedimento è palesemente sbagliato, si fa più bella figura ad abrogarlo che non ad applicarlo con pervicace veemenza. Oppure, giacché raramente le cose accadono solo per caso, viene da pensare che una sapiente regia si celi dietro a certe epocali castronerie legislative: mentre i cittadini s’infuriano sull’assurdità di alcuni decreti, vengono approvate nell’indifferenza generale leggi e leggine tese a favorire gli amici degli amici e i più potenti tra i prepotenti. Rimane un ottimo esercizio chiederci, ogni volta che ci troveremo dinanzi a un provvedimento legislativo poco chiaro, a chi possa tornare comodo. Anzi: «Cui prodest ?», come diceva Seneca assai prima che l’Europa moderna e i suoi pesciolini latini venissero alla luce.