Venerdì 19 Aprile 2024

Fmi: "Bene l'agenda di Renzi, ma ora attuare le riforme"

Rapporto sull'Italia: la spendig review è uno ''strumento importante'', ma le analisi suggeriscono che ''ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa per le pensioni''

New York, 18 settembre 2014 - L'economia italiana si contrarrà anche nel 2014, con il pil che calerà quest'anno dello 0,1%. Lo afferma il  Fmi, rivedendo al ribasso la stima precedente (+0,3%). Il pil tornerà a crescere nel 2015 (+1,1%), per poi accelerare nel 2016 a +1,3%. Il -0,1% dell'economia nel 2014 segue il -1,9% del 2013 e il -2,4% del 2012. Kenneth Kang, capo della missione annuale del Fondo monetario internazionale in Italia, commentando il rapporto stilato, ha affermato che potrebbero nuovamente essere viste al ribasso le stime sull'Italia nel World Economic Outlook di ottobre.

CONTI PUBBLICI - Il debito italiano salirà, toccando il picco, al 136,4% del pil nel 2014, per poi scendere progressivamente. Il Fmi sottolinea che il debito pubblico si manterrà sopra il 130% fino al 2017 (135,4% nel 2015, 132,9% nel 2016 e 130,2 nel 2017), per poi scendere al 127,6% nel 2018 e al 124,7% nel 2019. ''Il debito italiano è sostenibile ma soggetto a significativi rischi'', afferma il rapporto. L'Italia resta ''vulnerabile a una perdita di fiducia del mercato'' e al ''contagio finanziario''. Per questo l'Italia potrebbe anche essere ''fonte di contagio per il resto del mondo''.  Il rapporto deficit-pil si attesterà nel 2014 al 3,0%, per poi scendere al 2,1% nel 2015. Si prevede poi un deficit nel 2016 all'1,1% e continuerà a calare fino allo 0,4% del 2019.

LAVORO - Il tasso di disoccupazione in Italia salirà quest'anno ai massimi dal dopo-guerra, al 12,6% dal 12,2% del 2013. Il Fondo Monetario Internazionale sostiene che la disoccupazione resterà a due cifre fino al 2017 (12,0% nel 2015, 11,3% nel 2016, 10,5% nel 2017). Per questo, per il Fondo, serve un'azione più radicale per creare di posti di lavoro. La riforma del mercato del lavoro - spiega il Fmi - è uno dei fondamenti dell'agenda Renzi'' con il 'Jobs Act', ma ''le difficili prospettive per il lavoro e la produttività stagnate richiedono un'azione più radicale''. Il Fmi invita ad andare avanti anche nella lotta alla corruzione, che nel settore pubblico resta un serio problema in Italia: maggiori sforzi contro la corruzione sono necessari per migliorare il contesto di business.

"ATTUARE LE RIFORME" - Fmi promuove l'''agenda ambiziosa di riforme'' del premier Matteo Renzi. ''La loro risoluta attuazione è essenziale per creare lavoro, aumentare la produttivitè e aumentare il potenziale di crescita'' afferma il Fmi. ''Attuare le riforme strutturali simultaneamente e genererebbe significate sinergie di crescita''. La legge elettorale - continua il rapporto - è importante per la crescita perché aiuta il sostegno e l'attuazione delle riforme.

"INTERVENIRE SULLE PENSIONI" - La spendig review è uno ''strumento importante'', ma le analisi suggeriscono che ''ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa per le pensioni''. ''Nell'ambito dei loro sforzi - dice il Fondo Monetario -, le autorità italiane hanno avviato una spending review per identificare aree di potenziali risparmi'': si tratta di uno ''strumento importante per migliorare l'efficienza pubblica. Le analisi suggeriscono che ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa previdenziale''. La spesa pubblica per le pensioni è la più alta nell'area euro e rappresenta il 30% del totale della spesa. L'Italia spende sette volte di più per un anziano che per un non anziano''. ''Le riforme hanno aiutato a invertire il rapido aumento della spesa sanitaria nell'ultimo decennio'' ma ci sono spazi per migliorare. ''L'analisi regionale sulla spesa sanitaria mostra inefficienze nei costi, soprattutto al sud''.

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