Martedì 23 Aprile 2024

Lavoro, Fmi all'Italia: '20 anni per tornare ai livelli pre-crisi'. Tesoro: 'Non tenete conto delle riforme'

Raccomandazioni a Roma: "Aumentare l'efficienza del settore pubblico e migliorare quella della giustizia civile"

Disoccupazione giovanile (Germogli)

Disoccupazione giovanile (Germogli)

Roma, 27 luglio 2015 - L'alto tasso di disoccupazione giovanile nell'Eurozona potrebbe danneggiare il potenziale del capitale umano e dar luogo a una 'lost generation'. E' quanto si legge in una rapporto del Fondo monetario internazionale. "Nonostante i recenti miglioramenti - sottolinea il Fondo - il tasso di disoccupazione rimane sopra l'11% nell'area euro e vicino al 25% in Grecia e Spagna. La quota di disoccupazione di lungo termine continua ad aumentare, accrescendo i rischi di un'erosione delle capacità". Per quanto riguarda l'Italia il tasso di disoccupazione resterà alto nel medio termine e ci vorranno 20 anni per tornare ai livelli pre-crisi. Il tasso di disoccupazione, spiega l'Fmi, "è atteso rimanere più alto che durante la crisi in Italia, e ai livello del periodo di crisi in Francia nel medio termine". Il Fondo prevede invece un calo del tasso di disoccupazione in Spagna che rimarrà comunque sopra il 15%. Secondo le previsioni dell' Fmi, senza "una significativa ripresa della crescita", la Spagna impiegherà quasi 10 anni, mentre Italia e Portogallo quasi 20 anni. Sempre oggi sono arrivati dati della Cgia di Mestre che parlano di una perdita di quasi un milioni di posti di lavoro dal 2007.

MA IL TESORO PROTESTA - La stima Fmi - afferma però il ministero dell'Economia in una nota - è basata su una metodologia che non tiene conto delle riforme strutturali che già sono state introdotte. Secondo il Tesoro quindi non servono 20 anni per tornare ad una occupazione pre-crisi. L'Fmi - prosegue il ministero - "non tiene conto, per esempio, della riforma del mercato del lavoro e la riduzione della tassazione sul lavoro né di quelle che sono in corso di implementazione (per esempio l'efficientamento della pubblica amministrazione). La metodologia utilizza infatti previsioni di crescita del Pil che, prudenzialmente, non tengono conto dell'effetto delle riforme. Inoltre anche l'effetto della crescita del Pil sulla occupazione (il cosiddetto "coefficiente di Okun") è basato sulla esperienza passata, quella pre-riforme, e quindi non tiene in considerazione l'effetto che le riforme avranno sulla occupazione a parità di crescita".

LA CRESCITA - L'Italia sta emergendo da tre anni di recessione, sottolinea l'Fmi, che aggiunge: la ripresa "prosegue" ed evidenzia che tra le grandi economie dell'area euro, la Germania "continua a crescere leggermente sopra 1,5%", la Spagna sta "recuperando energicamente", e l'attività in Spagna "è ripresa all'inizio di questo anno". La ripresa nell'Eurozona "si sta rafforzando" - aggiunge il rapporto - ma l'area euro "è vulnerabile a choc negativi" e restano i rischi di "stagnazione" legati a un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione. Confermata la stima di crescita del Pil della zona euro all'1,5% per il 2015 e all'1,7% per il 2016. "La debole prospettiva di medio termine e il limitato spazio di manovra rende l'Eurozona vulnerabile a choc che potrebbero indurre a un prolungato periodo di bassa crescita e inflazione", sottolinea il Fondo spiegando che per evitare i rischi di stagnazione sarebbe necessario mettere in campo riforme che affrontino i gap strutturali sui mercati del lavoro, dei prodotti e dei capitali.

RACCOMANDAZIONI ALL'ITALIA - "Aumentare l'efficienza del settore pubblico e migliorare quella della giustizia civile". Sono alcune delle raccomandazioni del Fmi all'Italia, che dovrebbe anche "migliorare la flessibilità del mercato del lavoro e aumentare la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi". È necessario, secondo il Fmi, "adottare e attuare la prevista riforma della P.a, che dovrebbe includere riforme all'approvvigionamento dei servizi pubblici locali, delle gare pubbliche e della gestione delle risorse umane".

BCE E BANCHE - Il quantitative easing della Bce funziona: "Ha migliorato la fiducia, le condizioni finanziarie e aumentato le aspettative di inflazione". L'Fmi sottolinea che l'area euro deve adottare un approccio ampio per rafforzare la domanda interna soprattutto nei paesi in surplus; pulire i bilanci delle banche; e accelerare nelle riforme strutturali per aumentare le produttività e rafforzare la governance economica. Il Fondo Monetario chiede poi che all'area euro "di usare, se necessario, tutti gli strumenti disponibili per gestire i rischi di contagio che potrebbero partire dalla Grecia". "Anche se la reazione del mercato al recente passaggio del pacchetto di riforme in Grecia è stata positiva, ulteriori episodi di significativa incertezza e volatilità dalla situazione" greca "non possono essere esclusi".

 

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