Figli, la vera spesa è allevarli

È davvero bizzarra, Mamma Italia. Diciamolo, comincia bene: prende per mano noi, i suoi figli, ci coccola e un po’ ci illude che sarà tutto facile. Poi ci abbandona nel mezzo del cammin di nostra vita. Più che un cammino ormai un salto a ostacoli tra crisi, tasse e lavoro che non c’è. Il caso dell’eterologa è solo l’ultimo esempio. Il sorriso del ministro Lorenzin ha rassicurato le coppie che stanno pensando di ricorrere a questa tecnica per diventare genitori: «La fecondazione eterologa sarà inserita nei livelli essenziali di assistenza». Ossia sarà a carico del Servizio sanitario nazionale. Cioè la pagheremo noi. I futuri genitori tirano un sospiro di sollievo. Ma dura giusto il tempo di fare due conti perché sanno che poi, un secondo dopo il primo vagito dell’atteso bebè, Mamma Italia sparirà. Puff. Ma la vera sfida, per i genitori italiani, più che mettere al mondo un figlio, è crescerlo. Dai pannolini al pupazzo di Peppa Pig, dall’abbonamento in piscina a quello dell’autobus, dalla paghetta settimanale allo zaino di Spiderman: alla fine, fece due conti Federconsumatori, dalla nascita fino ai 18 anni un figlio costa 171mila euro. Come un appartamento. E non sarà un caso se in Italia si fanno sempre meno pargoli. Il problema è quello del sostegno dello Stato alle famiglie: quasi nullo. La Francia, ad esempio, stanzia il 4% del Pil per le famiglie con figli. L’Italia l’1,6. E i cugini d’Oltralpe ci battono anche sulla durata dei congedi parentali. In Inghilterra i genitori ricevono un contributo mensile di 100 euro per il primo figlio e di 164 euro dal secondo in avanti, in Svezia 251 euro al mese. E, tralasciando l’opzione baby-sitter, vogliamo parlare degli asili? In Italia mandare i proprio figli alla scuola per l’infanzia — e gli asili pubblici coprono una fetta minima della domanda — costa in media più di 3mila euro l’anno. Eppure le mamme e i papà italiani si rimboccano le maniche, tirano la cinghia e fanno sacrifici pur di crescere al meglio delle possibilità i loro figli. Insomma, ok all’eterologa pagata dallo Stato — poi però bisognerà anche spiegare perché chi sceglie l’adozione un figlio lo deve ‘comperare’ senza alcun aiuto — ma forse è il caso di guardare negli occhi Mamma Italia e dirlo: sarebbe bello se, dopo la prima candelina, non ci abbandonassi.