Fidas, i donatori di sangue a una svolta

Entro il 30 giugno tutti i centri trasfusionali dovranno avere concluso il percorso di accreditamento così come richiesto dalle direttive europee

L'immagine della campagna Fidas per le donazioni di sangue collegata al Giro d'Italia

L'immagine della campagna Fidas per le donazioni di sangue collegata al Giro d'Italia

Roma, 8 maggio 2015 -Festa, emozioni e confronti a viso aperto, a volte anche pungenti. E tutto racchiuso in una sola parola: solidarietà. A Viareggio, sul palco del 54° congresso nazionale Fidas, sono saliti i big del sistema trasfusionale. A fare gli onori di casa Aldo Ozino Caligaris, presidente Fidas, Federazione di 73 associazioni a cui aderiscono 480mila donatori: “Il nostro compito è la promozione del dono, tenendo presente la tutela sia di chi compie un gesto di generosità sia del ricevente. Il 2014, infatti, ha visto un aumento dei donatori di sangue del 4,3%, con una crescita significativa (+ 8%) dei volontari periodici, ma con un sensibile calo delle unità raccolte (meno 3%) – rileva il presidente. Non solo per una minor richiesta di sangue conseguente a un sempre migliore utilizzo degli emocomponenti, ma anche per i problemi relativi all'accreditamento dei Servizi trasfusionali e delle unità di raccolta che hanno mostrato una notevole difformità tra le varie Regioni, in viaggio a diverse velocità. E invece noi puntiamo all'uniformità sul territorio nazionale””.

Commovente il ricordo di Isabella Sturvi, già dirigente dell'ufficio VIII Sangue e trapianti del ministero della Salute, scomparsa prematuramente nel 2009, affidato alla sua collaboratrice più stretta, Maria Rita Tamburrini. Un legame nato molti anni fa, quando parlare di donazioni e trasfusioni era ancora fonte di molti timori: una strada percorsa insieme, un passo dopo l'altro verso la sicurezza e la qualità di un settore fondamentale per il buon funzionamento del sistema sanitario, dal momento che il sangue è una risorsa che non viene prodotta in laboratorio ma si ottiene solo grazie alla donazione di donne e uomini generosi e attenti agli altri. Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, nel messaggio inviato alla Fidas, rivolge la propria “riconoscenza a chi periodicamente, anonimamente e gratuitamente e responsabilmente dona il sangue” e sottolinea che ''la medicina trasfusionale svolge oggi un ruolo importante all'interno del nostro Servizio sanitario che ha permesso di raggiungere traguardi significativi e riesce a garantire terapie trasfusionali idonee in situazioni di urgenza ed emergenza, in oncologia, ematologia e in medicina interna, oltre ai percorsi di chirurgia elettiva e trapiantologica”.

E oggi? Il dietro le quinte sulla situazione attuale è tratteggiato da Giuliano Grazzini, direttore del Centro nazionale sangue, la cabina di regina per tutta Italia. “La sanità sta cercando una svolta, il nostro Fondo per il servizio sanitario nazionale è intorno al 7% del Pil (prodotto interno lordo) e in Europa siamo un po' il fanalino di coda. E anche il sistema sangue è a una svolta epocale, perché il 30 giugno, dopo una proroga di sei mesi causata da alcuni ritardi, tutti i 270 centri trasfusionali d'Italia e le moltissime unità di raccolta, gestite dalle associazioni del volontariato, dovranno avere terminato il percorso di accreditamento così come indicato dalle direttive europee di settore.

Ed è vero che complessivamente la donazione di sangue intero è in lieve decremento, osserva lo specialista, ma questo accade perché i bisogni di globuli rossi si ridimensionano per un utilizzo più appropriato a favore dei pazienti, mentre è necessario incrementare le donazioni di plasma per aumentare il livello nazionale di autosufficienza di medicinali plasmaderivati, indispensabili per il trattamento di molte malattie. Per questo, i donatori non possono diminuire. Da parte nostra, garantiamo il pieno supporto al sistema per tutte le sue attività, con una forte attenzione alla sicurezza”. Sull'importanza del reclutamento e del turn over dei quasi 2 milioni di donatori in Italia _ grazie al lavoro di sensibilizzazione di Avis, Fidas, Croce Rossa e Frates _ si sofferma Claudio Velati, presidente della Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti), che poi ha posto l'accento sull'etica “per dare la motivazione profonda di ciò che stiamo facendo, visto che i valori del sangue vanno inseriti nel contesto del sistema sanitario universalistico", e sulla cultura: “le affermazioni di principio devono poi essere diffuse attraverso la comunicazione”.

Le parole di Valentina Molese, direttore del Centro regionale sangue della Toscana, mirano ad abbattere qualsiasi steccato: “Ogni goccia di sangue donato e finito in una sacca diventa un bene comune, è di tutti”. Per l'ultima giornata del congresso, coincisa con la 34° Giornata nazionale del donatore, sono arrivate a Viareggio decine di migliaia di volontari che hanno sfilato lungo il viale a mare per ritrovarsi nel Piazzale Belvedere, dove è stata celebrata la messa dall’arcivescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani.

E da domani inizia per la Fidas una nuova sfida: dal 9 al 31 maggio sarà presente nella carovana del Giro d’Italia per un'opera di sensibilizzazione e promozione. I volontari accompagneranno il Giro con un veicolo Fidas e distribuiranno materiale informativo. Attraverso #fidasaround sarà possibile seguire tutte le tappe della Carovana. Una vetrina importante per far arrivare agli appassionati di ciclismo e a tutti gli spettatori il messaggio della Federazione: chi dona sangue dona vita. L'avventura avrà il sostegno di Kedrion Biopharma, azienda che sviluppa, produce e distribuisce in tutto il mondo farmaci salvavita derivati dal plasma umano.