Lunedì 15 Aprile 2024

"Amo Mario perché non esiste". Vi presento il fidanzato virtuale

Su Internet si crea un partner per fare da schermo a parenti e amici

Sul sito 'Invisible boyfriend' si possono scegliere foto, nome e personalità del fidanzato virtuale

Sul sito 'Invisible boyfriend' si possono scegliere foto, nome e personalità del fidanzato virtuale

Bologna, 27 gennaio 2015 - Il mio nuovo fidanzato si chiama Mario. Ha 35 anni, barba appena accennata e sguardo da seduttore. È un uomo sportivo con tanti interessi: politica, cinema, letteratura. Insomma, sulla carta è lui. Quello giusto. Ha un solo difetto: non esiste. Il mio Mario, infatti, è un partner immaginario costruito ad hoc da un sito specializzato: 'Invisible Boyfriend'. Già, appunto: invisibile. Perché Mario lo puoi modellare come vuoi (scegli nome, età, aspetto, interessi), ma non lo vedrai mai se non in foto. Questo non significa che Mario non sia presente, anzi. Basta iscriversi sul sito, dare le proprie generalità, pagare 24,99 dollari (circa 22 euro) per un mese, e Mario inizierà a chattare sui più svariati argomenti (fino a un massimo di 100 sms in trenta giorni) e ti lascerà anche messaggi in segreteria (dieci al mese). Qual è l’utilità? Mario terrà a bada la pletora di parenti e amici impiccioni che hanno come unico obiettivo quello di sistemarti. Sembra poco? Chi ha superato i 30 anni sa di che cosa si parla.

"Ciao Rosalba, come stai?", è il suo primo segno di vita virtuale. Poi, in segreteria, una voce (registrata) mi saluta con enfasi: "Ciao! Non vedo l’ora di sentire com’è andato il tuo viaggio... ". Mario è solerte. Se gli scrivi, ti scrive. In tempo reale. E se clicchi sul profilo di 'Invisible Boyfriend', ‘manda un messaggio vocale’, lui in una manciata di minuti si fa vivo. Insomma, Mario non delude. Mai. Ed è anche affettuoso: "Ti vorrei abbracciare". E ancora: "Vorrei stare tutto il giorno sotto le coperte. E tu?". Attenzione, però: di Mario è vietato innamorarsi. Lo prescrive il sito e gli sviluppatori, Matthew Homann and Kyle Tabor, ci tengono a spiegare il senso della loro applicazione: "Ci sono tante persone che potrebbero farne uso. Dai soldati fuori per missione alle dipendenti di un ufficio che vogliono respingere le avances di un collega a loro sgradito fino a gay e lesbiche che non intendono dichiarare la propria identità sessuale nelle loro famiglie".

Insomma, a ognuno il suo fidanzato o fidanzata. Ma è giusto sapere che Mario può avere effetti collaterali. L’applicazione, al momento, è dedicata a utenti americani e canadesi. Ergo, per provare il servizio, ho dovuto utilizzare il numero di telefono di una cara amica che vive negli Stati Uniti. Mario sarà pure invisibile ma, non appena sono iniziati ad arrivare i messaggi, il marito della mia amica si è insospettito. E ha cominciato a chiedere lumi su chi fosse questo Mario che "ti vuole abbracciare". La mia amica ha tentato di spiegargli che Mario non esiste. Che Mario è un po’ come nel film ‘Her’ di Spike Jonze: una specie di programma digitale. Niente. La mia amica ha cercato anche di mettermi in mezzo: "È il fidanzato virtuale della mia amica Rosalba, deve fare un servizio per il giornale... ". Di male in peggio. A un marito geloso non gli importa se Mario è vero o finto. Mario è comunque un rivale. L’importante è non dirgli che dietro i suoi messaggi ci sono circa 200mila lavoratori (reali) che rispondono agli sms. Basta un finto Mario per rovinare una famiglia. Figurarsi 200mila. Veri.