Martedì 16 Aprile 2024

Ambrosoli, non chiamatelo solo eroe. Favino: "Sapeva credere nella giustizia"

E' la nuova fiction Rai. Titolo: "Qualunque cosa succeda". In onda il primo e il 2 dicembre. Nei panni dell'avvocato assassinato Pierfrancesco Favino

Anita Caprioli e Pierfrancesco Favino,  protagonisti della fiction ""Qualunque cosa succeda"  (Ansa)

Anita Caprioli e Pierfrancesco Favino, protagonisti della fiction ""Qualunque cosa succeda" (Ansa)

Milano, 26 novembre 2014 - In un libro di Corrado Stajano, poi diventato film, era chiamato «Un eroe borghese». Ma il termine eroe ieri mattina, alla presentazione milanese nella sede della Banca d’Italia, della fiction Rai dedicata a Giorgio Ambrosoli, non ha avuto grande successo né tra i familiari dell’avvocato che combatté Michele Sindona, né tra gli autori e gli interpreti dello sceneggiato «Qualunque cosa succeda». «Preferisco la definizione che ne diede Ciampi: ‘Un cittadino italiano al servizio dello Stato che fa con normale semplicità il proprio dovere’», ha detto il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola (che da giovane ha lavorato per la Banca d’Italia e che fu amica proprio di Giorgio Ambrosoli. Cenarono insieme pochi giorni prima dell’omicidio, avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979). Sulle parole di Ciampi si è trovato d’accordo anche Pierfrancesco Favino, che ad Ambrosoli presta le proprie fattezze. «Quando l’attore interpreta un personaggio realmente esistito sa che andrà inevitabilmente incontro al fallimento, ma lo stesso mette tutto l’impegno possibile. Io non credo che Ambrosoli volesse diventare un eroe, credo che preferirebbe essere qui con noi a godersi i nipotini. La sua vita ci insegna che a tutti noi spetta il compito di difendere la legge e la legalità, a cominciare dal non parcheggiare in terza fila e dal non frodare il fisco. Mi stupisco che venga considerato un eroe chi crede nella giustizia, e che gli si dedichi una fiction. Che valore diamo allora alla giustizia?».

Favino che, per interpretare Ambrosoli, ha fatto lunghe ricerche d’archivio per ritrovare il poco materiale disponibile (l’unica intervista concessa fu a una tv svedese), ha lavorato con entusiasmo al progetto: «Spero che dopo la messa in onda ci saranno tanti bambini che si domanderanno chi era Giorgio Ambrosoli e anche chi era quel signore così famoso che di lui disse: ‘Ambrosoli era uno che se l’andava a cercare’». Il riferimento, abbastanza chiaro, è a Giulio Andreotti, che pronunciò quelle parole in una famosa intervista realizzata poco prima di morire. La fiction si chiude proprio con quello spezzone di intervista, che appare come un indice accusatorio puntato contro la personalità democristiana. D’altronde per tutto il film gli autori (Alberto Negrin, anche regista, e Andrea Porporati – che hanno tratto la sceneggiatura dal libro con lo stesso titolo del figlio minore di Ambrosoli, Umberto) sottolineano con forza quelle che ritengono le responsabilità di Giulio Andreotti e Enrico Cuccia (rispettivamente interpretati da Giovanni Esposito e Roberto Herlitzka). Michele Sindona è invece impersonato da Massimo Popolizio che ne rende a meraviglia la megalomania esibizionistica. Due puntate, in onda il primo e il 2 dicembre in prima serata.