Fibrinolisi salvavita in caso di ictus

Lo scioglimento dei trombi, oggi abbinato a ultrasuoni, si conferma una pratica sicura anche in pazienti molto anziani. Promossi i nuovi anticoagulanti per scongiurare il rischio ricadute

Immagine dal sito nella Società Italiana di Neurologia www.neuro.it

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Milano, 8 ottobre 2014 - Novità nella terapia dell’ictus ischemico, evidenziata efficacia e sicurezza della trombolisi effettuata fino a 4.5 ore dall’esordio dei sintomi, anche in pazienti molto anziani. L'annuncio è del Prof. Domenico Inzitari, direttore della Stroke Unit di Careggi e docente all'Università di Firenze.Una sessione plenaria del congresso della Società Italiana di Neurologia sarà infatti dedicata alle nuove linee guida dell'Italian Stroke Organisation che estendono la pratica della trombolisi a soggetti sopra gli ottant'anni senza limitazioni.

Il numero delle trombolisi endovenose effettuate in Italia ammonta attualmente a circa 3.600/anno, quindi ben al di sotto dei numeri dei soggetti candidabili. Per estendere la pratica in maniera capillare si potrà ricorrere alla telemedicina, attraverso la quale un neurologo vascolare del centro ictus di un ospedale di riferimento (Hub) può fornire in tempo reale la propria consulenza al pronto soccorso periferico dove il paziente sia arrivato con ictus. Il neurologo del centro Hub può effettuare l’esame neurologico a distanza vedendo il paziente attraverso una telecamera in alta definizione, discutere col medico del PS periferico i fattori di esclusione dal trattamento, vedere gli esami ematochimici, in particolare tempo coagulazione e conta delle piastrine, vedere la TC cerebrale e dare, infine, l’indicazione ad iniziare la trombolisi e ad inviare il paziente per le ulteriori competenze del centro Hub (eventuale trattamento endovascolare secondario, stabilizzazione del paziente). In questo modo possono essere assicurate equità di trattamento. Connessioni in telemedicina sono già attive in città capoluogo di provincia, come Treviso e Modena, in via di attivazione anche nelle metropoli, come a Roma, Umberto I° e Tor Vergata.

Sempre in ambito ictus ischemico acuto, una novità interessante anticipata oggi a Milano alla presentazione del prossimo congresso di neurologia, è la possibilità di incrementare la lisi (scioglimento) del trombo con il ricorso agli ultrasuoni, un po' come avviene per i calcoli renali o biliari. Studi pilota hanno dato risultati interessanti e trial di conferma sono attualmente in corso.

Per quanto riguarda la prevenzione secondaria, la novità più importante è rappresentata dai farmaci anticoagulanti diretti, inibitori della trombina (dabigatran) o del fattore X (rixaroxaban, apixaban). Questi farmaci hanno dimostrato di essere più efficaci (dabigatran 150 mgx2 e apixaban 5 mgx2) o efficaci come (rivaroxaban 15 mg) l’inibitore della vit-K warfarin in pazienti con fibrillazione atriale. Tutti hanno dimostrato di essere anche molto sicuri, soprattutto in termini di minor rischio di complicanze emorragiche intracraniche. Scarsa interazione con i cibi contenenti vitamina K e con altri farmaci aumentano i margini di sicurezza.

Nei pazienti arruolati nei trial con una storia di pregresso ictus o deficit transitorio, efficacia e sicurezza sono risultate ancor più marcate. Dall’utilizzo più diffuso di questi farmaci ci si attende una riduzione significativa dell’incidenza di primo ictus o di recidiva di ictus in pazienti con fibrillazione atriale. 

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