Bologna, 24 aprile 2015 - Contestazione (video) con tanto di pentole e cucchiai al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, da parte di un gruppo di manifestanti dei Cobas nel corso della festa nazionale dell’Unità a Bologna. Mentre il ministro era sul palco una cinquantina di persone tra insegnanti, studenti e genitori sono entrati all’interno del tendone e al grido di “vergogna, vergogna” hanno interrotto l’iniziativa. Non sono mancati i toni alti ed un paio di manifestanti sono stati portati fuori dalla struttura.
Il dibattito è poi saltato: il ministro è stata costretta ad abbandonare la Festa (foto) per la protesta. A nulla è valso il tentativo di mediazione di far parlare dal palco alcuni manifestanti. Dopo che la stessa Giannini e la responsabile Scuola del Pd, Francesca Puglisi, hanno provato a rispondere alle proteste e alle obiezioni (video), al grido di "Via, via" il ministro e la senatrice se ne sono andate.
"Ho ascoltato, io ho una certa cultura del rispetto", queste le parole del ministro mentre se ne andava dal dibattito sulla riforma. Dire che il Governo non si è confrontato col mondo della scuola sulla riforma "è un falso storico", ha tentato di rispondere il ministro sotto il tendone, nel pieno della protesta. "Noi col mondo della scuola abbiamo parlato, questo non è il mondo della scuola", afferma Giannini parlando coi cronisti. Ma anche le sue spiegazioni e le risposte alle proteste sono state travolte dal frastuono dei manifestanti. E così il ministro ha dovuto abbandonare la kermesse democratica di Bologna.
Le reazioni
Quello che è successo "è un inaccettabile agguato, antidemocratico e studiato a tavolino per impedire un confronto civile e democratico". Non si fa attendere la condanna del Pd di Bologna. È il segretario Francesco Critelli a parlare. "Abbiamo anche dato la parola a questi professionisti del caos organizzato - sottolinea Critelli - ma a quanto pare il loro unico obiettivo era impedire un democratico confronto". In sostanza, è la lettura dei fatti, i manifestanti sarebbero entrati alla spicciolata alla festa, prendendo posto sotto il tendone allestito per il dibattito, per interrompere l'intervento del ministro dopo pochi minuti, con l'obiettivo di non farla parlare.
In serata anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta su Twitter la contestazione della Montagnola: "Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire a altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educatore".
Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire a altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educatore #labuonascuola
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Aprile 2015
La 'cacciata' del ministro Stefania Giannini dalla Festa dell'Unità di Bologna non è "nulla di drammatico. Ma credo sia da condannare assolutamente: io sono abituato a rispettare chi ha un'idea diversa dalla mia". A dirlo è il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al suo arrivo in serata alla kermesse democratica in Montagnola poche ore dopo la contestazione al ministro. "Diciamo la verità - risponde a margine Bonaccini - quando la politica si riduce a non permettere a qualcuno di parlare, tra l'altro a casa sua, non mi pare ci sia molto da dire. È frutto di un politica che individua nemici e non avversari".
Condanna per quanto avvenuto arriva dal vicesegretario Pd, Debora Serracchiani, che prova comunque ad abbassare i toni. "Sicuramente la riforma della scuola è una riforma che fa giustamente discutere- commenta, a margine della festa- io mi auguro onestamente però che tutto resti sempre nell'ambito del dialogo aperto, anche aspro, ma che ci sia la possibilità per ognuno di dire la propria anche se non si e' d'accordo".
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