Morto durante arresto a Milano: "Nessuna violenza gratuita ai danni di Michele Ferrulli"

Così la Corte d'Assise di Milano motiva l'assoluzione di 4 poliziotti, decisa in luglio nell'ambito del processo relativo al manovale morto per arresto cardiaco nel 2011 mentre gli agenti lo stavano ammanettando a terra. I "colpi" degli agenti, secondo la Corte, erano necessari per "vincere la resistenza"

Michelle Ferrulli (Newpress)

Michelle Ferrulli (Newpress)

Milano, 1 ottobre 2014 - "Non vi fu alcuna gratuita violenza ai danni di Michele Ferrulli" Così la Corte d'Assise di Milano motiva l'assoluzione di 4 poliziotti, decisa in luglio nell'ambito del processo relativo al manovale morto per arresto cardiaco nel 2011 mentre gli agenti lo stavano ammanettando a terra. I "colpi" degli agenti, secondo la Corte, erano necessari per "vincere la resistenza".

I quattro agenti, che erano accusati di omicidio preterintenzionale, sono stati assolti perché "il fatto non sussiste" lo scorso 3 luglio dalla Corte d'Assise di Milano (presidente del collegio Guido Piffer), mentre la Procura per loro aveva chiesto 7 anni di carcere. La Corte ha stabilito che quella sera del 30 giugno 2011 i quattro poliziotti della volante 'Monforte Bis', che erano intervenuti per una segnalazione di schiamazzi in strada in via Varsavia, periferia sud-est di Milano, agirono correttamente nel corso dell'ammanettamento di Ferrulli, che opponeva resistenza. Stando alla perizia medica, l'uomo, che quella sera si trovava vicino ad un bar con due amici romeni e aveva bevuto molto, soffriva di ipertensione e venne colpito, nelle fasi dell' arresto, da una ''tempesta emotiva'' che provoco' l'arresto cardiaco. Nelle motivazioni, appena depositate, i giudici spiegano che il dibattimento "ha dimostrato l'infondatezza della contestazione del reato", perche' gli agenti hanno tenuto una condotta di "contenimento", che era "giustificata dalla legittimita' dell'arresto". Secondo i giudici, in realta', a differenza di quanto contestato dalla Procura i poliziotti non usarono "alcun corpo contundente" e la loro "condotta di percosse consistette nei soli 'tre colpi' e 'sette colpi'" dati "in modo non particolarmente violento". Una condotta, secondo la Corte, "giustificata dalla necessita' di vincere la resistenza del Ferrulli a farsi ammanettare" e che si "mantenne entro i limiti imposti da tale necessita', rispettando altresi' il principio di proporzione". La "piena legittimita'" di tale condotta, secondo i giudici, "ne esclude dunque l'antigiuridicita'".

La Corte d'Assise scrive anche che Domenica Ferrulli, la figlia di Michele avrebbe messo in atto un "condizionamento negativo" di alcuni testimoni nel processo con al centro il caso della morte del padre. I giudici, infatti, nelle oltre 200 pagine di motivazioni parlano anche dell'"atteggiamento con il quale Domenica Ferrulli si era "determinata a registrare" alcuni "colloqui" con dei testimoni perche' aveva "un giudizio profondamente negativo (tutt'altro che fondato) sullo svolgimento delle indagini". E per la Corte "mentre alcuni testimoni (aventi una personalita' piu' forte ed una maggiore consapevolezza del proprio ruolo) non hanno subito un'influenza negativa dai contatti con" la figlia di Ferrulli, "altri hanno subito invece un inevitabile condizionamento negativo". La Corte, inoltre, parla di "clamorosi errori di interpretazione" dei filmati girati da alcune persone che erano la' quella sera quando Ferrulli mori'. E' quanto accaduto, scrivono i giudici, "con riferimento alla decisiva circostanza" dell'uso "da parte dei polizotti di un corpo contundente, che secondo l'accusa in alcuni fotogrammi di detto filmato si vedrebbe utilizzato". Secondo i giudici, anche le parole "aiuto" e "basta la testa basta" che, secondo un perito, potrebbero essere state pronunciate da Ferrulli, contrastano con "il dato che nessun colpo alla testa risulta sferrato". 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro