Reggia di Caserta, la replica del direttore: "Le accuse? Le considero un merito"

Contro Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta da cinque mesi, si sono scagliati i sindacati accusandolo di "lavorare troppo"

Mauro Felicori direttore della Reggia di Caserta con il premier Matteo Renzi

Mauro Felicori direttore della Reggia di Caserta con il premier Matteo Renzi

Caserta, 5 marzo 2016 - L'accusa? Lavora troppo, anche di sera, anche nei weekend. A puntare il dito contro il numero uno della Reggia di Caserta Mauro Felicori (nominato a fine 2015 insieme ad altri 19 super direttori dei musei statali italiani) è la rappresentanza sindacale (o meglio una parte di essa: Cgil, Uil, Ugl e alcuni rappresentati della Rsu) che ha preso carta e penna per scrivere nientemeno che al capo di gabinetto del ministro dei Beni culturali, al segretario generale dello stesso ministero e ai responsabili della Direzione generale dei musei. «Il direttore – denunciano – permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato o predisposto il servizio per tale permanenza. Questo comportamento mette a rischio l’intera struttura».

Per Felicori , 63 anni, bolognese doc (ma adesso sostiene di essere diventato tifoso della Casertana calcio e della Juve Caserta Basket), una carriera da dirigente di lungo corso nel Comune del capoluogo emiliano, la polemica è un invito a nozze: «Mi si accusa di quello che io considero un merito. A Bologna lavoravo fino a sera anche negli anni in cui la politica mi chiedeva di non fare piuttosto che di fare. Figuriamoci ora che vivo un’esperienza professionale esaltante». A dargli man forte è sceso in campo anche Matteo Renzi che su Facebook ha chiosato: «I sindacati dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita. Felicori ha un mandato chiaro: rilanciare la Reggia». Il premier cita anche i dati: visitatori aumentati del 70% rispetto al febbraio 2015 e incassi aumentati del 105%. «Il direttore sta facendo il suo lavoro e noi siamo tutti con lui», chiude la partita Renzi. Anche la leader Cgil Susanna Camusso ammette: «I sindacati hanno sbagliato». E il segretario Uil Carmelo Barbagallo promette di «sospendere tutti i propri sindacalisti coinvolti».

In realtà dietro alle critiche di stakanovismo ci sarebbe altro, ovvero la riorganizzazione dei 230 dipendenti della residenza reale più grande del mondo. «Si tratta solo di piccoli spostamenti – smorza il direttore –. Ho presentato ai sindacati un mio schema riorganizzativo su cui non c’è stata convergenza di vedute. Mi spiace ma bisogna andare avanti. Rispetto la dialettica e i diritti dei sindacati ma non posso passare le giornate a discutere». Il confronto comunque non si fermerà: «Abbiamo individuato le macro aree e i loro capi e adesso si tratta di definire i vari uffici. Ci ritroveremo ancora al tavolo con i rappresentanti dei lavoratori». Nel frattempo, però, toccherà a lui inviare posta, nonostante la netta presa di posizione di Renzi, agli organi ministeriali per chiarire quanto è accaduto.

Quando Felicori arrivò a Caserta cinque mesi fa (vincendo una selezione, inviati 1.200 curriculum) si preoccupò soprattutto di ricostruire l’immagine di questo luogo patrimonio Unesco: non avevano giovato al buon nome del Palazzo un’assemblea dei dipendenti che aveva fatto restare sotto il sole migliaia di turisti inferociti e la chiusura delle fontane di Diana e Atteone dopo la pubblicazione su Facebook delle foto di ragazzi che ci facevano il bagno. Storie passate. Adesso il contestato direttore ha una serie di priorità assai allarmanti per i sindacati, puntando soprattutto all’apertura della Reggia 7 giorni su 7, cancellando il giorno di riposo del martedì. Perché, spiega, «è inconcepibile rinunciare alle tante visite delle scolaresche in un giorno feriale».

La sfida più alta sarà la riapertura del Teatro di Corte, gioiello del Vanvitelli. Ma come si ricomporrà la frattura? «Non c’è nulla da ricomporre, andiamo avanti – dice il ‘grande accusato’ –. Quello dei sindacati è un gesto di sfida che finisce solo per danneggiare l’immagine dei tanti lavoratori della Reggia che stanno partecipando con passione al progetto di rilancio del Palazzo reale». Un progetto destinato ad avere il proprio acuto il primo giugno con l’inaugurazione di una mostra dedicata al tema del terremoto che avrà il pregio di riportare alla luce una meravigliosa collezione caduta nell’oblio: si vedranno i maestri del Novecento, da Warhol a Pistoletto, da Kiefer a Kounellis, da Rauschenberg a Haring. «È l’evento italiano del 2016», dice sicuro di sé Felicori. Certo, ma quante serate dovrà restare in ufficio per prepararlo?