Venerdì 19 Aprile 2024

"Farmaci su misura per le donne". Lorenzin: noi diverse dagli uomini

Il ministro Beatrice Lorenzin annuncia nuovi test: "Ora impariamo a volerci bene"

Il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin

Il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin

Roma, 23 aprile 2016 - «È NECESSARIO far capire che le donne sono diverse biologicamente, per questo ci battiamo per la medicina di genere, per avere più test ad hoc per la sperimentazione dei farmaci». Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aprendo a Roma la prima Giornata nazionale dedicata alla salute della donna. La donna, dice, «vive più a lungo ma negli anni della maturità sta peggio perché nel corso della sua esistenza, in tanti casi, si è presa cura più degli altri che di sé stessa».

BASTANO pochi esempi per avere il quadro della situazione. Il 23% delle donne è in sovrappeso, il 17% a rischio Alzheimer, ma a interessarle in modo particolare sono anche patologie cardiovascolari e tumori. Spesso però non sono sensibili alla prevenzione. Tanto che solo poco più del 70% si sottopone a screening mammografico. Per questo il ministero ha sostenuto l’iniziativa legata al 22 aprile, una data simbolica fortemente evocativa, in quanto legata al ricordo di Rita Levi Montalcini, scienziata e divulgatrice instancabile, premio Nobel per la Medicina, di cui proprio ieri ricorreva l’anniversario della nascita.

DAL MINISTRO sono venuti alcuni fondamentali consigli per una buona salute: sottoporsi regolarmente agli screening, niente fumo, poco alcol, attività fisica e... volersi bene. «Ci sono malattie che prima erano tipiche degli uomini – ha rimarcato Lorenzin – ma che, proprio a causa dei cattivi stili di vita adottati pure dalle donne, stanno aumentando anche nel sesso femminile».

IL FATTO è che i farmaci, dagli antibiotici ai vaccini, dagli antitumorali ai nuovissimi anticorpi monoclonali, vanno studiati specificamente per verificare gli effetti sulla donna e non solo sul genere maschile. Principio condiviso dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha rivolto un messaggio nell’occasione: «Le donne pur essendo più longeve degli uomini, trascorrono un minor numero di anni in buona salute, ciò significa che, nonostante gli sforzi già compiuti, è ancora profondo il divario da colmare». D’accordo il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Mario Melazzini. Ma quale sarebbe lo scarto da recuperare? Semplice. La medicina ha capito che tra uomo e donna ci sono enormi differenze quando questi sono alle prese con le malattie del quotidiano. Lo ha detto Giovannella Baggio, docente universitario presidente del Centro studi medicina di genere, al congresso The Furure of Science con la Fondazione Umberto Veronesi, a Venezia.

NEL 2010 il Parlamento Europeo ha varato una legge che riserva alle donne il 50% dei trial per malattie cardiovascolari e ictus, prime cause di mortalità femminile. L’Istituto dei Tumori di Milano ha introdotto programmi di terapia narrativa, mindfulness e psicoterapia come sostegno nelle donne operate. La prima sperimentazione riservata alle donne venne avviata solo 15 anni fa alla Columbia University, New York. C’è ancora tanta strada da fare, ma intanto le industrie farmaceutiche, nomi del calibro di Novartis, Menarini, Msd, Janssen, Boehringer o Sanofi, si sono mosse per promuovere studi di genere, al fine di calibrare al meglio l’efficacia dei farmaci attraverso studi clinici.

IL MONDO del volontariato si è mosso in parallelo. In prima fila l’Osservatorio Onda che organizza fino al 28 aprile, negli ospedali della rete Bollini rosa, visite, consulti ed esami gratuiti. In passato si faceva poca ricerca differenziata per genere nello sviluppo dei farmaci ma oggi le cose sono cambiate, assicura da parte sua il presidente Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: «Abbiamo già 850 farmaci sviluppati con una differenziazione in funzione del sesso del paziente». Insomma siamo all’inizio di una rivoluzione di genere.