Giovedì 18 Aprile 2024

Fantapolitica e vecchi riti

di Sofia Ventura

È ORMAI vicinissimo il nuovo sondaggio a cui si sottoporranno le forze politiche in campo. Poi, incidentalmente, si tratterebbe di elezioni regionali, ma sappiamo come ogni consultazione nella democrazia del pubblico, sottoposta agli umori mutevoli dell’opinione pubblica, costituisca ormai uno strumento della campagna permanente nazionale.

Salvini gode del dono dell’ubiquità e i media hanno da tempo messo in scena la competizione tra i Mattei. Ma approssimandosi il voto regionale, Berlusconi ha fatto di tutto per presentarsi come l’opposizione a Renzi, in linea con la riproposizione del suo ruolo di federatore del centrodestra. In Liguria ha catapultato come candidato il suo ‘consigliere politico’ Toti, contrapposto a due sinistre, una delle quali, quella di Renzi, ha, dopo tanto averlo stigmatizzato, resuscitato l’antiberlusconismo con l’accusa del premier verso la sinistra di Cofferati e Civati di favorire l’armata brancaleone guidata da Berlusconi. In Campania si è speso per il presidente uscente Caldoro, contrapposto a De Luca che Renzi non avrebbe voluto e che ora con un susseguirsi di non sense concettuali sostiene senza far capire come affronterà la tagliola della legge Severino. In Puglia punta al secondo posto (la vittoria di Emiliano è scontata) per mettere fuori gioco la dissidenza di Fitto.

E QUESTA fantapolitica è stata messa in scena ieri sera a Virus, con le due interviste in successione, con la poltrona vuota di fronte all’intervistato. Le regionali rappresentate dai due comunicatori, l’antico e il nuovo. E Berlusconi antico lo è stato davvero: la discesa in campo del ’94, le tasse e una sinistra che sì, è diversa dal passato, ma in fondo non cambia mai, mira al potere, a espandere il suo potere e la spesa pubblica, e a lui tocca di nuovo salvare l’Italia. Renzi sfugge in parte al gioco, liquida Berlusconi come «un biglietto scaduto» e si concentra con particolare attenzione su quella sinistra che è ricaduta nell’autolesionismo e ricomprende anche un sindacato al quale non risparmia frecciate. Per il resto litanie ormai note. Già, perché anche Renzi, nel tempo compresso della politica contemporanea dai ritmi frenetici, con le sue diagnosi e soluzioni ripetute all’infinito, come poesie a Natale, rischia di apparire ormai vecchio. Ieri sera una messa in scena di riti antichi.

di Sofia Ventura